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E allora le foibe? In un libro dati e fatti per capire il Giorno del ricordo

Il 10 febbraio è la Giornata del ricordo, una celebrazione istituita nel 2004 su iniziativa di Alleanza nazionale “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe”. Ma sappiamo di che cosa parliamo quando parliamo di foibe e infoibati? Lo storico Eric Gobetti cerca di fare chiarezza nel suo ultimo libro.

Quella che poteva essere una celebrazione per unire il paese nel ricordo di una tragedia ha finito per contrapporre due schieramenti, gli antifascisti da una parte, dall’altra i neofascisti, che troppo spesso si accusano a vicenda di revisionismo o negazionismo, fronteggiandosi a colpi di slogan, senza entrare nel merito dei contenuti e dei fatti storici accertati.

Tra gli slogan più famosi c'è quel “E allora le foibe?”, domanda spesso ripetuta vuotamente come un mantra, che Gobetti ha reso il titolo del suo libro, edito da Laterza nella collana I Robinson Fact Cheking, a cui appunto si propone di rispondere mettendo nero su bianco dati, fatti e numeri, per fornire al dibattito un punto di partenza comune da cui confrontarsi, oltre che di allargarlo a tutti coloro che vogliano conoscere gli accadimenti andando oltre gli estremismi mediatici.

“Se è legittimo, infatti, avere delle idee diverse, dall'altra non si può non partire dalle fonti” spiega Gobetti a il Dolomiti. “In questo mio libro, dunque, non voglio contrapporre la mia verità ad altre, ma partendo dalle fonti su cui tutti gli studiosi concordano, do la mia interpretazione”.

Studiosi per cui parlare pubblicamente di questo argomento è diventato sempre più spinoso, perché “su questo tema si è imposta una verità ufficiale fatta di stereotipi e luoghi comuni. Chi li mette in discussione viene immediatamente tacciato di negazionismo”.

Per esempio “si sente spesso ripetere che i territori in questione fossero italiani da sempre. È totalmente falso, perché diventano italiani dopo la Prima guerra mondiale e lo restano fino alla fine della Seconda, quindi per poco più di 20 anni. Sono terre in cui per secoli hanno convissuto gruppi linguistici differenti”.

E proprio queste differenze Gobetti cerca di portare alla luce, per evitare che il ricordo riguardi solo una parte delle vittime ma contempli tutte le persone colpite da questa tragedia, senza negare i morti italiani ma aggiungendo anche quelli slavi, “donne e bambini lasciati morire di fame nel campo di Arbe dal nostro esercito”, scrive in un suo post su Facebook, “i 2500 civili (tra cui diversi italiani) uccisi dai nazisti (e fascisti) nell'ottobre 1943 in Istria, i 500 uccisi dai partigiani (ma non solo)”.

Le celebrazioni legate al 10 febbario, precisa Gobetti hanno "finito per inglobare non solo le memorie per troppo tempo marginalizzate degli esuli e delle loro famiglie, ma anche dei fascisti, le cui responsabilità sono intrinsecamente legate con il destino di quelle comunità.  Se vediamo chi ha ricevuto le medaglie che il Giorno del Ricordo riconosce agli infoibati, ci rendiamo conto che molti sono ex militi delle organizzazioni fasciste".

La questione delle foibe è un problema complesso che ha bisogno di una narrazione complessa, che coinvolga un accurato studio e confronto delle fonti, non solo scritte e orali ma anche fotografiche, visto che spesso, a causa della facilità con cui i documenti diventano virali sui social, e con cui sono manipolati, immagini decontestualizzate vengono utilizzate per rinforzare tesi con cui però non hanno nulla a che fare.

Il libro di Eric Gobetti, “E allora le foibe?”, si pone questo obiettivo, affrontando apertamente temi scottanti, come il confronto tra le foibe e l’Olocausto. "Fermo restando che ogni violenza gratuita è condannabile” scrive Gobetti “da un punto di vista storico il paragone non ha alcun senso. Non tanto per l'ordine di grandezza, ma soprattutto per le motivazioni degli aggressori e per la tipologia delle vittime. Le uccisioni commesse sul confine orientale e nell'autunno del 1943 e nella primavera del 1945 non possono essere in alcun modo considerata un tentativo di genocidio e le vittime non sono individuate in quanto appartenenti ad uno specifico popolo".

Il libro di Gobetti si pone quindi come uno strumento a disposizione di tutti coloro che vogliamo capire la storia andando oltre i miti le verità dei vincitori ma guardando a quello di cui la storia è fatta: numeri, dati, fatti.

9788858141120
 

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