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La Serie A lancia la campagna ‘#stopiracy’ contro la pirateria audiovisiva

La pirateria audiovisiva è un atto criminale ed è, purtroppo, una piaga in aumento negli ultimi anni, in tutto il mondo ed in particolare in Italia
La pirateria audiovisiva è un atto criminale ed è, purtroppo, una piaga in aumento negli ultimi anni, in tutto il mondo ed in particolare in Italia. Considerando che la principale forma di pirateria è quella digitale, che ha luogo in varie modalità sul web, e calcolando solo gli users abituali di internet, l’incidenza della pirateria tra gli adulti nel nostro Paese supera il 60%.
Le azioni che la Lega Serie A si prefigge di portare avanti per contrastare il fenomeno della pirateria e, in particolare, contro le IPTV, sono tante: dalla velocizzazione dei tempi di blocco delle IPTV da parte degli ISP e Hosting all’avvio di una campagna di sensibilizzazione sul tema diretta ai tifosi e cittadini, passando attraverso una richiesta alle autorità di prevedere pene più severe a chi arreca un danno non solo alla nostra industria, ma all’intera economia italiana.
Sul fronte internazionale la Lega Serie A è impegnata attivamente, insieme alle più importanti Federazioni internazionali e ai maggiori campionati europei, nella battaglia contro beoutQ, piattaforma illegale che pirata contenuti sportivi e di intrattenimento.
Nelle prime due giornate della Serie A TIM 2019/2020 in tutti gli stadi saranno esposti sul terreno di gioco striscioni a sostegno della campagna contro la pirateria con l’hashtag #stopiracy.
La Lega fornisce anche dati che ben evidenziano i rischi per l’industria-calcio nel 2018: 578 milioni atti di pirateria informatica; 38% di over 15 che ha praticato almeno un atto di pirateria; 22 milioni di atti di pirateria per eventi sportivi live (+52% sul 2017); 4,7 milioni le persone che hanno dichiarato di aver visto illegalmente contenuti sportivi live; oltre il 60%degli eventi sportivi live piratati riguardano il calcio, con una conseguente perdita di oltre 5 milioni di fruizioni (+90% rispetto all’anno precedente); 5 milioni di persone hanno utilizzato le IPTV per accedere illegalmente a contenuti audiovisivi come film, serie tv, sport e programmi di intrattenimento; oltre un miliardo di mancato fatturato nei settori economici a causa della pirateria; 455 milioni il danno stimato sull’economia italiana in termini di Pil; 203 milioni la stima del mancato introito fiscale; 5.900 posti di lavoro a rischio; 51% dei pirati adulti ritiene che sia improbabile essere scoperto e ancor meno sanzionato.