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Medicina
Coronavirus, stop temporaneo degli studi di Astra Zeneca e U.di Oxford

A volte la ricerca del vaccino non porta solo a risultati positivi. E’ quello che è successo ad uno degli studi più importanti, quello di Astra Zeneca e l’Università di Oxford.

I ricercatori hanno dovuto interrompere un test clinico del vaccino contro il Coronavirus in quanto uno dei volontari ha sofferto di un’infermità ‘potenzialmente inspiegabile’ secondo quanto ha dichiarato un portavoce della multinazionale al ‘The Guardian’. 

‘ E’ un protocollo normale-ha detto il portavoce di Astra Zeneca-che si applica sempre quando succede qualcosa, un problema clinico sui volontari, o su un solo volontario, potenzialmente inspiegabile. A volte succede che un volontario si ammali per pura casualità, ma è necessario esserne sicuri’. I test di questo vaccino sono stati così posticipati affinché una ricerca indipendente possa rivedere i dati e confermare che i test possano essere  ripresi in sicurezza. Un volontario degli stessi test ha confermato che il partecipante in questione ha sofferto di una sindrome infiammatoria che ha interessato il midollo spinale. 

Non è però ancora chiaro se se il caso è capitato in maniera indipendente dalla somministrazione del vaccino o se invece è relazionato al vaccino di Astra Zeneca.

Il vaccino sperimentale sviluppato dalla multinazionale farmaceutica insieme all’Università di Oxford è tra gli studi più promettenti ed avanzati tra i tanti, dopo le fase 1 e 2. I primi risultati , pubblicati sulla prestigiosa rivista 'The Lancet’, lo hanno confermato. I test, iniziati in aprile, hanno coinvolto piedi 1000 volontari sani nel Regno Unito. Nella fase 3 sono state coinvolte oltre 30000 persone negli Stati Uniti, Sudafrica, Brasile e lo stesso Regno Unito. Ma la ricerca continua anche se per la seconda volta i test sono stati interrotti poiché uno dei volontari ha presentato una reazione avversa che deve essere assolutamente certificata come indipendente dal vaccino.

Nel passato agosto Argentina e Messico hanno dichiarato che avrebbero prodotto 250 milioni di dosi di questo vaccino per l’America Latina con l’eccezione del Brasile. Il vaccino comunque dovrebbe essere disponibile per il primo semestre del prossimo anno dopo le dette fasi di sperimentazione. 

La formula vaccinale del prodotto dell’Università di Oxford è stata elaborata partendo da una versione debilitata di un adenovirus comune negli scimpanzè.  Il virus è stato modificato geneticamente per impedire una moltiplicazione e dopo avergli ‘insegnato’ a fabbricare solamente le proteine del coronavirus che servono da ‘chiavi’ per entrare nelle cellule umane. Queste proteine generate provocherebbero la creazione di una doppia barriera: a 14 giorni dall’iniezione di vaccino i volontari sviluppano anticorpi neutralizzanti che bloccano le particelle estranee, e dopo 28 giorni creano linfociti T che distruggono le cellule infette.

Al momento nel mondo ci sono in studio sperimentale ben 30 vaccini contro la malattia da Coronavirus. Con questo stop temporaneo dei test AstraZeneca ha voluto tranquillizzare il mondo medico che intende e intenderà mantenere sempre  standard etici e scientifici nella ricerca del virus. ‘Il nostro primo obiettivo-ha detto la Compagnia-è mantenere in primis la sicurezza e la salute delle persone’.

Le altre Big Pharma che stanno lavorando sulla ricerca del vaccino sono Johnson & Johnson, BioNTech, GlaxoSmithKline, Pfizer, Merk, Moderna, Sanofi y Novavax.

 

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