Nissan, conti in rosso 2025: dazi USA e chip affossano l’utile - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 07:14

Nissan, conti in rosso 2025: dazi USA e chip affossano l’utile

Il gruppo annuncia una perdita attesa da 1,54 miliardi nel 2025: pesano dazi statunitensi, crisi dei semiconduttori e transizione EV tra costi e domanda.

di Giovanni Alessi

La notizia è di quelle che fanno rumore: Nissan prevede perdite per circa 1,54 miliardi di euro nel 2025.

Un segnale forte in un anno in cui la casa giapponese si trova al centro di più fronti: i dazi USA che colpiscono l’export verso il primo mercato profittevole extra-Asia, le tensioni sui semiconduttori che riemergono a ondate, i costi della transizione alle auto elettriche che comprimono i margini proprio quando la domanda rallenta. Non è un passaggio isolato: è la fotografia di un’industria che sta cambiando pelle e bilanci.

Il nodo dei dazi USA pesa in modo diretto sul pricing e sulle strategie di canale. In un contesto in cui gli incentivi all’acquisto non sono uniformi, ogni punto percentuale in più alla dogana costringe a ricalibrare listini, mix e volumi. Nissan risponde con efficienze industriali e un lavoro di ottimizzazione della supply chain, ma la somma di pressioni esterne e volatilità dei costi rende più incerta la traiettoria dei conti nei prossimi trimestri.

Sull’altro fronte, i semiconduttori tornano a essere un fattore critico. La disponibilità non è più l’emergenza del 2021, ma le filiere restano vulnerabili a shock localizzati su componenti chiave per infotainment, ADAS e gestione energetica. Un collo di bottiglia che può ritardare consegne, spingere a configurazioni meno profittevoli e, soprattutto, mantenere alto il costo medio per veicolo proprio mentre i clienti chiedono prezzi più accessibili.

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La transizione verso le auto elettriche aggiunge complessità. Nissan è stata pioniera con la Leaf, ma oggi la concorrenza si gioca su scala globale, con nuovi player che aggrediscono i segmenti di volume e rimescolano i posizionamenti. L’equilibrio tra investimenti in piattaforme EV, aggiornamento delle linee e sviluppo software incide sull’utile operativo; la fase di passaggio richiede tempo per maturare economie di scala e stabilizzare i margini, soprattutto nei mercati dove il costo di ricarica e l’infrastruttura limitano la propensione all’acquisto.

Gli analisti leggono l’alert come un invito alla prudenza, ma anche come tappa di un percorso già avviato: revisione della guidance, focus su modelli a maggior contributo, disciplina sul capitale circolante, riduzione della complessità di gamma. La priorità è difendere la redditività per veicolo, preservando al tempo stesso la pipeline di lanci che dovrebbe sostenere la domanda nella seconda parte dell’anno fiscale.

In questo quadro, il rapporto con il mercato USA resta determinante. È lì che i dazi rischiano di ridisegnare la geografia industriale, spingendo a valutare un mix più spinto di produzione locale e partnership mirate. Una strategia che ha un costo immediato, ma che può offrire resilienza se le tensioni commerciali dovessero prolungarsi. L’Europa, intanto, vive una normalizzazione della domanda e una forte selettività del credito, che rende più difficile ribaltare a valle i maggiori costi di componentistica.

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Resta il tema della valuta, variabile non secondaria per un esportatore netto come Nissan. Movimenti improvvisi possono erodere i benefici delle misure di efficienza e amplificare l’effetto dei rincari sui materiali. Per questo la casa spinge su hedging e approvvigionamenti di lungo periodo, allo scopo di riportare prevedibilità nella pianificazione e di proteggere il cash flow operativo.

La direzione, tuttavia, non cambia: consolidare la presenza nei segmenti core, accelerare sul software di bordo e sui servizi connessi, costruire un’offerta EV competitiva per costi e autonomia reale. L’obiettivo è intercettare l’onda lunga della mobilità elettrica quando il quadro macro tornerà più favorevole, facendo tesoro di un 2025 che si annuncia di transizione ma non di rinuncia.

Per gli investitori il messaggio è chiaro: serve tempo perché le misure dispieghino effetti e perché la curva di apprendimento della nuova industrializzazione arrivi a regime. Per i clienti, invece, il 2025 potrebbe tradursi in una gamma più razionale e in politiche commerciali più mirate, con sforzi per mantenere competitivo il prezzo al netto delle turbolenze esterne.

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Il test, alla fine, sarà la capacità di attraversare questi mesi tenendo insieme innovazione e disciplina finanziaria. Se Nissan riuscirà a trasformare l’urgenza in semplificazione e velocità esecutiva, le perdite previste per il 2025 resteranno un inciampo e non un cambio di rotta. Il mercato, che guarda oltre il trimestre, attende segnali concreti su costi, qualità del prodotto e tempi di consegna: è lì che si misurerà la vera tenuta del marchio.