Primo semestre 2025 difficile per Stellantis: -2,3 miliardi di euro - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 08:36

Primo semestre 2025 difficile per Stellantis: -2,3 miliardi di euro

Il primo semestre del 2025 non sorride a Stellantis. Il gruppo automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA ha diffuso oggi, in via preliminare, i dati finanziari relativi ai primi sei mesi dell’anno.

E i numeri non lasciano spazio a interpretazioni ottimistiche: 74,3 miliardi di euro di ricavi, ma con una perdita netta di 2,3 miliardi e un flusso di cassa industriale negativo per 3 miliardi. Una fotografia parziale, non ancora sottoposta a revisione contabile, che però offre un’anticipazione concreta delle difficoltà affrontate dal gruppo nei primi sei mesi del 2025.

La causa principale? Un mix di fattori strategici, normativi e geopolitici. Stellantis si trova nel bel mezzo di una fase di ristrutturazione profonda, con cancellazioni di programmi, svalutazioni di piattaforme e un impatto contabile rilevante legato alla riforma del regolamento CAFE negli Stati Uniti. Oltre 3,3 miliardi di euro di oneri straordinari sono stati esclusi dall’utile operativo rettificato (AOI), ma pesano ugualmente sull’equilibrio generale della gestione.

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Tra le difficoltà più evidenti figura il Nord America, dove i dazi doganali imposti dagli Stati Uniti hanno creato una frattura evidente: -109 mila veicoli consegnati rispetto al secondo trimestre del 2024 e un calo del 25% su base annua. Le vendite totali sono scese del 10%, nonostante un dato curioso: le vendite al dettaglio negli USA sono rimaste relativamente stabili e i marchi Jeep e Ram hanno fatto segnare un +13% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Una nota positiva in un contesto complesso, ma insufficiente a invertire il trend.

Anche in Europa la situazione è in fase di transizione. Le consegne sono calate di circa 50 mila unità (-6% su base annua), in parte a causa della pausa della Fiat 500 con motore termico, in attesa della sua evoluzione mild-hybrid. Ma ci sono segnali di vitalità: le quattro “Smart Car” di nuova generazione – Citroën C3, C3 Aircross, Opel Frontera e Fiat Grande Panda – hanno registrato un +45% rispetto al primo trimestre, con 25 mila unità in più. Un dato che fa ben sperare per la seconda metà dell’anno, quando la produzione dovrebbe accelerare.

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Se Nord America ed Europa rallentano, è nei mercati emergenti che Stellantis respira. In Medio Oriente, Africa e Sud America le consegne sono aumentate del 22% su base annua, pari a +71 mila unità. In particolare, brillano Turchia, Egitto, Algeria e Marocco, mentre in Sud America Stellantis continua a mantenere una posizione dominante, soprattutto in Brasile e Argentina, dove il mercato è in espansione.

Il quadro complessivo, tuttavia, resta fragile. I margini sono sotto pressione per via dei costi industriali più alti, di un mix prodotto meno favorevole e delle fluttuazioni valutarie. Anche i flussi di cassa operativi sono negativi (-2,3 miliardi), a testimonianza di una fase in cui i grandi investimenti in nuovi modelli e ristrutturazioni non sono ancora stati controbilanciati dai risultati di mercato.

La società guidata da Antonio Filosa e Doug Ostermann pubblicherà i risultati completi il 29 luglio, con una conferenza per analisti e investitori. Nel frattempo, l’assenza di una guidance ufficiale – sospesa lo scorso aprile – lascia agli analisti il compito di tracciare le aspettative. E in un mercato automobilistico globale sempre più instabile, anche una casa dalle dimensioni di Stellantis non può permettersi di abbassare la guardia.