Roma, 4 mar. (Adnkronos) - Nicola Zingaretti, a quanto apprende l'Adnkronos, aveva anticipato le sue intenzioni solo a pochi intimi al Nazareno. Solo i fedelissimi sapevano. Una decisione, si spiega, frutto di un'esasperazione verso lo stillicidio quotidiano delle ultime settimane. E di fronte al logorio interno, il segretario avrebbe deciso di dire basta, di rompere "un assedio ingeneroso", di uscire da una "morsa" divenuta insopportabile. Che sia io o un altro il segretario del Pd, non è questo il punto, ma ora tutti sono messi davanti alle loro responsabilità, sarebbe stato il ragionamento, a quanto si riferisce. Il re è nudo. Quindi sono confermate le dimissioni che il segretario presenterà alla presidente dell'assemblea dem, Valentina Cuppi, come da Statuto. La mossa di Zingaretti, si assicura, non è stata una giocata di poker, una strategia per farsi riconfermare. "Nicola non ne vuole più sapere". Ma tra i suoi si spera che la mossa del segretario suoni la sveglia a tutti e che l'assemblea lo rielegga. Del resto, si stanno moltiplicando le dichiarazioni in questo senso. Da Dario Franceschini: "Abbiamo sulle spalle non solo il destino del Pd ma una responsabilità più grande nei confronti di un Paese in piena pandemia. Il gesto di Nicola Zingaretti impone a tutti di accantonare ogni conflittualità interna, ricomponendo una unità vera del partito attorno alla sua guida". A Luigi Zanda che auspica l'assemblea respinga all'unanimità le dimissioni del segretario.
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