Brescia, 16 apr. (Adnkronos) - "Il mio problema da 17 anni è un cortocircuito: ho in carcere Rosa con una disabilità che ti crea sofferenza tutti i giorni, ma nelle sentenze la valutazione psicopatologica di lei e Olindo Romano è un dato che è mancato e questa per me è la criticità più grave". Inizia così l’arringa di Luisa Bordeaux, legale della donna condannata in via definitiva all’ergastolo con il marito per la strage di Erba. A Brescia, nella seconda udienza del processo di revisione, emerge per l’avvocatessa che “non è Rosa che conduce le danze. Rosa si adegua, si allinea, confessa perché qualche minuto prima Olindo gli dice che avrebbe confessato”. Le intercettazioni restituiscono una coppia che non teme le notizie della stampa sul quadruplice omicidio. “Questa strage orrenda ha due caratteristiche: chi agisce lo fa nella completa oscurità e tutte le vittime hanno un colpo di scannamento che è il colpo di grazia, stessa mano, stessa tecnica per le quattro vittime” aggiunge l’avvocatessa che “chiede l’ammissione delle prove. Olindo sulla Bibbia invoca la verità, prima esaminate le prove e poi decidete”. La decisione sulla richiesta di revisione è attesa per il prossimo 10 luglio.
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