Politica
Cottarelli elogia Monti e Fornero, Ma dimentica la lezione di Keynes

L'intervento dell'ex Commissario straordinario per la Spending review al Festival del Lavoro a Milano
Carlo Cottarelli, dopo aver avuto l’effimera illusione di diventare Presidente del Consiglio poco tempo fa, si vendica spaventando gli italiani: “Il rapporto disavanzo-Pil contenuto solo grazie al rigore”, dice dal Festival del Lavoro a Milano.
Carlo Cottarelli è diventato lo spauracchio ufficiale degli italiani. Le mamme, prima di mettere i loro bambini a letto, se fanno i capricci, dicono loro: “Guarda che chiamo Cottarelli!”. In effetti “mister spending review”, come fu subito definito qualche anno fa, è uno che porta l’austerità nei conti pubblici, cosa che, a prima vista, potrebbe essere anche positiva, senonché, analizzando meglio, ci si accorge facilmente che dopo la più grave crisi economica finanziaria del dopoguerra, iniziata nel 2008 e non ancora finita, questa azione che normalmente può avere anche dei lati positivi se il denaro circola, ora, e soprattutto in passato, ha avuto effetti terribili sull’economia reale.
Meno soldi che lo Stato investe significano meno opportunità per i suoi cittadini meno welfare meno stimoli economici. Ma lui, nominato da Enrico Letta (e poi saggiamente spostato da Renzi nel board del Fondo Monetario Internazionale), non molla ed esterna ed elogia Mario Monti e il suo rigore che ha piegato l’Italia ai voleri dei Signori di Bruxelles. E manda un segnale al governo giallo-verde dal suo Osservatorio sui conti pubblici: “Lasciate stare flat tax e riforma della Fornero” ed ancora: “Impossibile ridurre il rapporto debito/Pil aumentando la spesa o tagliando le tasse”, dimenticando che una strada invece c’è: rinegoziare a Bruxelles e permettere finalmente allo Stato italiano di riprendere a spendere. Si chiama keynesianesimo e, stranamente, passa per una dottrina di sinistra…