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Politica
Covid, lockdown provinciali, DAD a scuola, stato di emergenza fino al 31-12
Lockdown esercito a Milano

Regno unito a parte, dove il premier Boris Johnson ha deciso di riaprire tutto il 19 luglio nonostante il peggioramento dei dati sulla pandemia, il mondo sta andando nella direzione opposta. In Russia è stato toccato il record di morti per il Covid, a Sydney, in Australia, il lockdown è stato prolungato di un'altra settimana mentre da Israele arrivano notizie molto preoccupanti sulla ridotta capacità del vaccino Pfizer contro la variante Delta, anche dopo la seconda dose. Tutte queste notizie dal mondo vengono costantemente monitorate dal Cts e dal ministero della Salute e, dietro le dichiarazioni ufficiali e gli appelli costanti a non abbassare la guardia, si stanno già mettendo a punto gli scenari di intervento per fronteggiare il possibile, probabile, aumento dei casi anche in Italia (visto che ad oggi la percentuale di persone completamente immunizzate non va oltre il 40).

La prima misura allo studio dell'esecutivo è quella di prolungare lo stato di emergenza, che ufficialmente scade a fine mese, fino al 31 dicembre del 2021. Fino a qualche settimana fa c'era anche l'ipotesi che non venisse rinnovato, ormai è sicuro che resterà in vigore. Lo stato di emergenza serve proprio per interventi veloci e immediate. E tra le ipotesi allo studio c'è quello di lockdown provinciali, o che interessino più comuni anche di diverse province, a partire già da settembre, quando la curva epidemiologica potrebbe tornare a salire in modo rilevante. Chiudere le aree più colpite dalle varianti, Delta ma non solo, per almeno quindici giorni. Due settimane di zona rossa con chiusura di tutto (parrucchieri compresi) e coprifuoco alle ore 22. Consentito, come nei mesi più duri della pandemia, di uscire di casa solo per comprovati motivi di lavoro, salute o esigenze improcrastinabili.

E la scuola? Probabile che per quelle zone che potrebbero essere interessate dai lockdown chirurgici si torni alla DAD (didattica a distanza) sicuramente per le superiori e probabilmente anche per le medie. Ancora in forse la sorte di elementari, materne e asili nido che potrebbero nuovamente subire chiusure generalizzate, ovviamente nelle aree che torneranno temporaneamente zone rosse. E già scatta l'allarme tra gli operatori della neve e del turismo invernale. Il timore è che per il terzo anno consecutivo, dopo il governo ha consentito il liberi tutti in estate (esattamente come nel 2020, sbagliando), chi lavora nei mesi invernali venga nuovamente colpito dalle restrizioni anche per la prossima stagione. Per chi lavora con la neve sarebbe probabilmente il colpo finale.

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