Politica
Elezioni in Toscana, Giani ha intercettato l'elettorato tradizionale e quello più giovane: che cosa cambia per i partiti a livello nazionale
Il segnale che arriva dalle urne: chi ha vinto e chi ha perso

Eugenio Giani
Il dato più preoccupante è quello dell’affluenza: solo il 47,73% in netto calo rispetto al 62,6% del 2020. Un segnale di disaffezione democratica che interroga tutte le forze politiche
Le elezioni regionali in Toscana del 2025 si sono concluse con la netta riconferma del presidente uscente Eugenio Giani, sostenuto da una coalizione di centrosinistra allargata al Movimento 5 Stelle. Con il 54% dei consensi, Giani ha battuto il candidato del centrodestra Alessandro Tomasi, fermo al 41%, mentre la candidata della sinistra alternativa Antonella Bundu ha raccolto un significativo 5%.
Il Partito Democratico si conferma prima forza politica regionale con un ragguardevole 34,6%, seguito dalla lista civica “Giani Presidente – Casa Riformista” (Italia Viva) con 8,9%, dall’Alleanza Verdi-Sinistra (7,3%) e dal Movimento 5 Stelle (5,6%, un risultato piuttosto deludente rispetto alle attese di Giuseppe Conte ma non molto inferiore a quello delle precedenti regionali). La coalizione ha saputo presentarsi unita, con un profilo riformista e ambientalista, capace di intercettare sia l’elettorato tradizionale sia quello più giovane e sensibile ai temi della sostenibilità.
Fratelli d’Italia si afferma come secondo partito regionale con il 24,4% (in notevole crescita rispetto al passato), seguito da Forza Italia – UDC (6,2%) e dalla Lega Toscana (4,9%, in netto calo rispetto al 2020, segno che il “motore Vannacci” non ha funzionato). Le liste civiche a sostegno di Tomasi raccolgono complessivamente meno del 3%. Il fenomeno Vannacci, rilevante dal punto di vista mediatico, non sembra avere un corrispondente effettivo potenziale elettorale. Il centrodestra nel suo insieme si consolida (con il ruolo guida di Fratelli d’Italia), ma non riesce a sfondare: paga probabilmente una certa frammentazione programmatica e una campagna meno incisiva sul piano territoriale.
La lista “Toscana Rossa” guidata da Antonella Bundu, nonostante il buon risultato in assoluto, resta di pochissimo sotto la soglia di sbarramento ma conferma l’esistenza di uno zoccolo duro di elettori orientati verso una proposta politica più radicale, attenta ai temi della giustizia sociale, dell’antifascismo e dei diritti civili.
Il dato più preoccupante è quello dell’affluenza: solo il 47,73% degli aventi diritto si è recato alle urne, in netto calo rispetto al 62,6% del 2020. Un segnale di disaffezione democratica che interroga tutte le forze politiche. La sfida per il futuro sarà quella di riconnettere la politica ai cittadini, soprattutto ai più giovani.
In conclusione, la Toscana si conferma roccaforte del centrosinistra, ma il quadro politico è in evoluzione. Il centrodestra sperimenta nuove configurazioni, la sinistra radicale resiste e l’astensionismo dilaga. Per governare bene, Giani dovrà ascoltare anche chi non lo ha votato, e costruire politiche inclusive, innovative e partecipate.
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