Politica
Guerra Ucraina, asse M5s-FdI contro le armi. C'è chi vuole Putin in Parlamento

Pentastellati e partito di Meloni presentano un ordine del giorno sulle munizioni all'Ucraina. E tra i 5s c'è chi vuole invitare Putin oltre Zelensky
Guerra in Ucraina, nel M5s c'è chi vuole invitare anche Putin
"Bene Zelensky in collegamento, ma invitiamo anche Putin". Lo dicono in diversi, secondo quanto riporta Repubblica, tra le fila del Movimento Cinque Stelle. Scrive Repubblica: "Altri 5 Stelle pensano di boicottare il collegamento di Zelensky, peraltro evento storico (alla Camera era capitato due volte, con Juan Carlos e Giovanni Paolo II). Enrica Segneri fa sapere che non ci sarà: "Non è oppurtuno». Nelle chat grilline aveva contestato l’intervento del presidente ucraino anche la deputata Valentina Corneli".
La seduta, spiega sempre il quotidiano "sarà aperta ai senatori, in testa la presidente Elisabetta Casellati. E nel M5S si chiedono se si affaccerà o no Vito Petrocelli, presidente della Commissione Esteri, note simpatie putiniane, costretto a disdire l’accordo col parlamento russo che aveva promosso nel 2019. Disdetta con giallo, perché la mail spedita a Mosca è stata di fatto secretata".
Guerra in Ucraina, anche nella Lega malumori sull'invio delle armi
Non è l'unico malumore. "Nella Lega si moltiplicano i malumori sull’invio di armi italiane all’Ucraina, ora che il decreto è in arrivo al Senato. Il primo a parlare di «difficoltà» nel votare il provvedimento, appena licenziato dalla Camera col sostegno del Carroccio, è Matteo Salvini, che intervistato ieri da Bruno Vespa alla fiera di Verona si è detto convinto che «la soluzione non sia mandare armi»", dice sempre Repubblica.
Come racconta il Fatto Quotidiano, sono soprattutto M5s e Fratelli d'Italia a essere in linea sulla questione delle armi. "Il M5S presenterà un ordine del giorno per chiedere che le commissioni parlamentari vengano informate (magari secretando l’audizione). Anche FdI è sulla stessa lunghezza d’onda. E se il voto di giovedì alla Camera al dl Ucraina è arrivato quasi all’unanimità (ma con molte assenze, nella Lega), in Senato il passaggio del decreto sarà più doloroso, soprattutto per il M5S e Lega".
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