Politica
Landini candidato premier di Schlein, Conte e AVS (più Renzi). Scissione nel Pd. 'Giuseppi' non vuole Elly. Inside
Il segretario della CGIL a capo della sinistra-centro

Maurizio Landini
Calenda fuori, così come i moderati e riformisti del Pd. Incertezza su PiùEuropa
Prende corpo l'ipotesi lanciata ieri da Affaritaliani.it di Maurizio Landini candidato premier per il Centrosinistra alle prossime elezioni politiche. Tutto nasce dall'uscita martedì scorso, 13 maggio, di Un’altra storia' (Piemme), un'autobiografia del segretario generale della CGIL. All'interno del Partito Democratico, non solo per i referendum sul lavoro dell'8 e 9 giugno, il solco tra la segretaria Elly Schlein, i suoi fedelissimi e la minoranza moderata, riformista, liberale e in molti casi cattolica guidata da Lorenzo Guerini e Giorgio Gori, insieme ad altri big Dem, è sempre più profondo.
E difficilmente dopo il flop annunciato delle consultazioni referendarie in programma insieme ai ballottaggi delle elezioni comunali si potrà trovare un punto di incontro all'interno del Pd. Anzi, le divisioni aumenteranno con accuse di Schlein alla minoranza di aver boicottato l'affluenza facendo il gioco della destra e con la risposta dei riformisti Dem al Nazareno di essersi appiattito su posizioni massimaliste che smentiscono la stessa storia recente del partito ovvero quel Jobs Act introdotto quando Matteo Renzi era segretario e premier con il Pd oltre il 40% alle elezioni europee del 2014 (una percentuale che Schlein nemmeno se la sogna).
Ma non finisce qui. Restano profonde anche le divisioni sulla politica internazionale ed europea e in particolare sul piano di riarmo voluto dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. I riformisti del Pd sono pronti a fare i bagagli, da valutare la posizione del presidente Stefano Bonaccini, per andare a rafforzare il progetto centrista di Carlo Calenda che ha come obiettivo il 10% ma che con nuovi innesti potrebbe anche far meglio, magari sottraendo anche voti a Forza Italia.
Resta il fatto - spiegano dal M5S fonti qualificate - che l'ex premier Giuseppe Conte non intende accettare la candidatura di Schlein a Palazzo Chigi, visto che quasi certamente nella nuova legge elettorale, su input di Giorgia Meloni (sempre ben consigliata dalla sorella Arianna), ci sarà l'indicazione del candidato presidente del Consiglio direttamente sulla scheda elettorale. E il punto di sintesi di una coalizione di sinistra-centro, che a questo punto va definita così, che comprenda il Pd senza una fetta importante di moderati, riformisti e cattolici, pentastellati, Alleanza Verdi Sinistra, forse PiùEuropa ma certamente non Azione, potrebbe proprio essere il segretario della CGIL Landini.
L'uomo giusto, dicono fonti M5S. Anche perché Conte sarebbe pronto a dire a Schlein di accettare l'alleanza e di formare una coalizione soltanto se si trova un nome terzo come candidato premier. E chi meglio di Landini che ha ottimi rapporti sia con Elly che con 'Giuseppi'? Ovviamente anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli sono pronti ad accettare questa opzione, più difficile il sì di Renzi anche se ormai la battaglia dell'ex rottamatore è tutta concentrata contro Meloni e la destra di Fratelli d'Italia. Come ha scritto ieri Affaritaliani.it, Landini il Jean-Luc Mélenchon della Via Emilia e anche della politica italiana come leader della coalizione di sinistra-centro.
Leggi anche/ Pd, Landini pronto a fare il segretario o a candidarsi premier. Il Mélenchon della Via Emilia che unisce Schlein e Conte - Affaritaliani.it