Meloni in Egitto con Trump per la pace. Obiettivo stabilizzare il Medio Oriente per avere un ruolo chiave in Africa - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 11:04

Meloni in Egitto con Trump per la pace. Obiettivo stabilizzare il Medio Oriente per avere un ruolo chiave in Africa

Se vince Trump vince anche, per osmosi​​​​​​​, anche la premier

Di Alberto Maggi

La premier si gode il riscatto dell’alleato Trump, autore di un capolavoro diplomatico che la sinistra fatica ad accettare e riconoscere


Giorgia Meloni è oggi a Sharm el Sheikh per partecipare al vertice sul Medio Oriente che seguirà la firma dell’accordo sul processo di pace a Gaza. Un passaggio che certamente ha il sapore del successo per la premier, dopo settimane di duro scontro politico in cui le opposizioni hanno cavalcato le piazze pro-Pal additando spesso Meloni come corresponsabile del genocidio e per questa presunta responsabilità si è presa persino una denuncia alla Corte penale internazionale da parte di intellettuali e attivisti della sinistra al caviale. 

Un’accusa che Meloni ha ovviamente sempre respinto, ricordando con orgoglio il ruolo dell’Italia come primo tra i Paesi non musulmani per quantità di aiuti a Gaza e feriti palestinesi (tra cui moltissimi bambini) presi in carico dai nostri ospedali. E tuttavia, essere partecipi al tavolo della pace e prepararsi a esserlo sul campo con i nostri carabinieri, è solo un passaggio intermedio di una strategia più ampia. 

La stabilizzazione del Medio Oriente e il rapporto proficuo con i Paesi della regione sono il presupposto fondamentale per esercitare quel rinnovato protagonismo nel Mediterraneo e verso l’Africa, su cui Meloni ha investito buona parte delle sue energie, come dimostra l’impegno sul piano Mattei. Certo la premier si gode anche il riscatto dell’alleato Donald Trump, autore di un capolavoro diplomatico che la sinistra italiana e internazionale fa fatica ad accettare e riconoscere. 

Se vince Trump vince anche, per osmosi, l’unica leader europea insieme a Friedrich Merz ad aver scommesso su un rapporto transatlantico privilegiato e non sulle schermaglie con la Casa Bianca tanto care a Macron, Sanchez e compagnia. La premier, che in queste ore sta ancora valutando la propria partecipazione alla cena di gala della NIAF, la potente lobby degli italoamericani, prevista per sabato a Washington e nella quale potrebbe incontrare nuovamente Trump, intanto è alle prese con gli ultimi ritocchi della manovra di bilancio. In attesa dei risultati delle regionali in Toscana, che potrebbero restituire - si spera a Chigi - l’immagine di un centrodestra sconfitto ma comunque competitivo anche in una delle regioni più difficili.

Tutte le notizie della sezione politica