C'è chi dice NO! D'Alema
Invoca lo "spirito di sacrificio",
cita il padre costituente Concetto Marchesi, invita alla
riappacificazione delle tante anime del Pd, parla di Europa. Ma
alla fine Massimo D’Alema affila nuovamente le armi puntando
deciso contro Matteo Renzi. E lo fa, dal salotto di Ballaro’, per
invitare l’attuale premier-segretario a lasciare la guida di un
partito "abbandonato a se stesso: Renzi - spiega infatti D’Alema
- non puo’ sommare la carica di premier e di segretario del
partito".
Certo, e’ l’affondo che lascia intendere, ove necessario, lo
stato dei rapporti tra i due, il segretario lo riesce a fare
visto che, dice, nella Direzione del Pd, "c’e’ un sala di
supporter, se non stai attento ti possono anche aggredire..."
"Noi restiamo nel partito per spirito di sacrificio", e’ la
premessa di D’Alema che spiega che li’ chi non la pensa come
Renzi ci resta "per il rispetto verso quei militanti che con
abnegazione continuano a lavorare dentro i circoli. E ci
restiamo perche’ speriamo di poterlo cambiare".
Ma su questo, lo stesso D’Alema, non punta nemmeno una
fiches: "Renzi dice tante cose ma non sempre corrispondono alla
verita’. Bisogna stare attenti a valutarle", ammonisce visto che
l’attuale premier gli ricorda, "piu’ giovane", "altre personalita’
politiche con questa tendenza...".
E se il malcelato paragone a Berlusconi non bastasse, D’Alema
avverte Renzi e i renziani sulle loro future battaglie: "Sul
voto politico si e’ vincolati alla disciplina di partito ma
sulla riforma costituzionale, sulla Carta fondamentale che
riguarda tutti i cittadini non puo’ esserci nessuna disciplina
di partito, e ognuno vota secondo la propria coscienza". E lui?
"Io voto no", avverte telegrafico guardando al referendum e al
rifiuto di Marchesi di obbedire a Togliatti sull’articolo 7
della nuova Costituzione.
Ma "non c’e’ nessuna guerra", aggiunge. Anche se, alla fine
ammette, "se c’e’ qualcuno che allora ha dichiarato guerra e’
stato Renzi". E tanto per far fare un tuffo nell’attualita’ a chi
insiste su certi binari, D’Alema ricorda quanto accaduto in Gran
Bretagna: "Cameron furbescamente, per vincere le elezioni, ha
promesso il referendum agli antieuropeisti del suo partito nella
illusione di poterlo poi arginare. Pensava di essere furbo, ha
cavalcato il populismo e ne e’ stato travolto".