Palazzi & potere
D'alema vuole veramente l'unità o è Renzi che vorrebbe appioppargliela

D'alema vuole veramente l'unità o è renzi che vorrebbe appioppargliela visto che in giro non c'è la ressa di compratori?
Le intemerate di D' Alema (che, raccontano in casa renziana, starebbe anche tentando di «riprendersi la testata dell' Unità», attraverso investitori con interessi editoriali come Matteo Arpe), ma anche le minacce di Bersani e il moltiplicarsi di operazioni per far saltare i candidati Pd alle Amministrative di giugno a creano un certo allarme nei dintorni di Palazzo Chigi. Perché, spiega un dirigente renziano, «fatta la doverosa tara psicanalitica alle prese di posizione di molti della minoranza Pd, da un po' di mesi sta prendendo corpo qualcosa di ancora indefinito ma di pericoloso».
Qualcosa che, nella ricostruzione dei supporter del premier, «è iniziato a dicembre», con lo scoppio del caso banche e della vicenda Etruria. E forse non è un caso che l' avvertimento di Bersani sia arrivato ieri su questo, quando l' ex leader ha annunciato che «io la riforma delle Bcc non te la voto neanche se ci metti dieci fiducie, fattela votare da Verdini che è un esperto di credito cooperativo». Un' operazione, riflettono in casa renziana, che parte da «pezzi dell' establishment, confindustriale e bancario, con propaggini nei grandi giornali, che con Renzi a Palazzo Chigi hanno perso potere e che sono ansiosi di tornare in gioco». E di pezzi di vecchia classe politica anche Pd che ha paura di restare tagliata fuori, «perché se fai le riforme, e riduci il numero dei parlamentari, paghi un prezzo: quelli che temono di non tornare più in Parlamento si ribellano».
Non sfugge neppure lo «stravagante» endorsement dell' Economist alla candidata grillina a Roma, né lo strano caos nel centrodestra sulla Capitale: «Non possono essere così pazzi da dividersi così per nulla: vogliono far vincere la candidata di Casaleggio». Perché una sconfitta estesa alle amministrative, e una simbolica vittoria grillina a Roma avrebbero un inevitabile, duro contraccolpo sul governo, finendo per indebolire il premier. La sinistra fuori dal Pd e la minoranza dentro sarebbero solo, in questo scenario, «gli utili idioti di una manovra assai più vasta». Renzi, scrive il giornale, sa che la fronda bersaniana vorrebbe innanzitutto una ricompensa interna: «Chiedono il 20% della rappresentanza nel partito e delle candidature alle prossime elezioni». Altrimenti minacciano guerriglia, anche in Parlamento. «Ma se davvero organizzano 20 senatori contro il governo, si va a votare». E i posti in lista se li scordano
