“DATE UNO STIPENDIO A RENZI: 4.000 EURO AL MESE”: PARLA MICHELE ANZALDI - Affaritaliani.it

Palazzi & potere

“DATE UNO STIPENDIO A RENZI: 4.000 EURO AL MESE”: PARLA MICHELE ANZALDI

IL PORTAVOCE DI MATTEO INTERVISTATO DALLA VERITÀ: "GUADAGNO PIU’ DI LUI. E’ IL MARADONA DELLA POLITICA E NON LO PAGHI?"


«Sei il guru della comunicazione che porterà Renzi alla vittoria?». «Al contrario: Renzi, che io accompagno, stravincerà le primarie». «Ti sei dato un obiettivo?». «Basta vincere senza ballottaggio e stappo lo spumante». Incontro Michele Anzaldi in un bar di Ponte Milvio, Roma.

Renzi?
«Mi pare giusto che prenda almeno 4.000 euro al mese: non è una cifra campata per aria.

Come il sindaco di una grande città, come un funzionario del Nazareno, un terzo di un deputato. Guadagno più di lui, ti pare possibile?».

E invece?
«Lui su questo non ci sente. Ma ripeto, è il partito che dovrebbe imporsi: hai un gioiello, e te lo devi curare. A Maradona il Napoli l' ingaggio glielo paga lieto. Noi siamo ancora così, colpa dell' egemonia del grillismo».

«Matteo è una Ferrari, una Lamborghini. Ma non puoi parcheggiare un' auto sportiva con una ruota sul marciapiede. Non puoi usarla per andare a comprare il pane».

E Andrea Orlando cos' è?
«Una di quelle Cinquecento Abarth carine. Belle per una corsa al mare».

E Michele Emiliano?
«Un vecchio diesel che ti fa la nuvola di fumo nero e tossico. Ha organizzato la scissione, ha fatto buttare Pier Luigi Bersani dalla finestra e poi ci ha ripensato. Unico».

Sulla comunicazione di Matteo:
«Sovraesposizione, troppe uscite, troppo tempo. Oscurava se stesso, non dava tempo di metabolizzare. Conferenze stampa di un minuto e poi via in elicottero. Renzi da solo occupava ben 5 pagine al giorno sui quotidiani, poi ce n'erano altre 35 sul resto delle notizie: come faceva un cittadino normale a informarsi su così tanta roba? Meglio una pagina ogni due giorni su questioni concrete e realmente sentite. Solo così possiamo evitare il disastro di 100.000 assunzioni di professori, miliardi per l' edilizia scolastica e poi siamo insultati sulla scuola».