Politica
Meloni conferma il riarmo e fa esplodere l'ultra-pacifismo di Conte. Una grana per Schlein, minoranza Pd sempre più furiosa
Anche alla Lega le parole della premier non sono piaciute

Elly Schlein . Giuseppe Conte
Dopo la lettera dei riformisti sui referendum ce ne potrebbe essere una anche sul riarmo Ue. Con l'ipotesi scissione sempre più probabile e sempre meno fantapolitica
Al di là dello scontro durissimo sulla sanità e le (lunghissime) liste d'attesa tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, il premier-time alla Camera è stato caratterizzato dalla lite tra la presidente del Consiglio e Giuseppe Conte sul riarmo Ue.
Il capo del governo ha sostanzialmente difeso il piano di riarmo europeo, anche se non in modo esplicito, provocando una fortissima reazione del leader pentastellato: "Presidente Meloni, lei coglie sempre l'occasione per buttarla in caciara, invece di fare la presidente del Consiglio ha reazioni fanciullesche. Ha tradito l'Italia - ha detto ancora l'ex premier M5S - comportandosi come una scolara obbediente sottoscrivendo tagli per scuola, lavoro, ricerca e tutto quello che serve per gli italiani e sottoscrivendo spese pazze per le armi. E' un errore tragico: la Germania diventerà una superpotenza militare, la Francia è già una potenza nucleare e noi arrancheremo dietro, non conteremo più grazie a lei. A Berlino le stanno preparando una statua".
Quanto accaduto oggi a Montecitorio crea politicamente un problema sia nella maggioranza sia nelle opposizioni, e in particolare nel Partito Democratico. La Lega, come noto, vede come fumo negli occhi il piano di riarmo, che poi ha cambiato nome, di Ursula von der Leyen, quotidianamente bersagliata da Matteo Salvini e dai e, nonostante il silenzio, al Carroccio (che comunque ha appena 'vinto' la battaglia del no alla ratifica al Mes), le parole di Meloni non sono piaciute. Quantomeno sono state troppo "europeiste" e troppo poco "pacifiste" per i canoni e i toni leghisti.
Ma il vero scontro è soprattutto nel Pd. Con un Conte che ha posizioni "imbarazzanti" quando parla della Germania che "diventerà una superpotenza militare" la minoranza moderata, liberale e riformista Dem, già contraria a due referendum su quattro sul lavoro (i principali), vede come fumo negli occhi un'alleanza con i 5 Stelle (Lorenzo Guerini, ex ministro della Difesa, ha stretti legami con la Nato ed è convintamente atlantista, nonostante Donald Trump).
Ma la linea di Schlein, a partire dalle prossime elezioni regionali, è proprio quella di tenere saldo il legame con Conte. Quindi queste posizioni ultra-pacifiste del leader pentastellato imbarazzano la segretaria del Pd, che non vuole e non può sconfessarlo ma aumentano le tensioni interne al Pd. E dopo la lettera dei riformisti sui referendum ce ne potrebbe essere una anche sul riarmo Ue. Con l'ipotesi scissione sempre più probabile e sempre meno fantapolitica.
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