Regionali Campania, la partita è ancora aperta. Così Mastella fa sognare la rimonta al centrodestra, trema il Pd - Affaritaliani.it

Politica

Ultimo aggiornamento: 17:47

Regionali Campania, la partita è ancora aperta. Così Mastella fa sognare la rimonta al centrodestra, trema il Pd

L'ex ministro sta riflettendo se presentarsi in Campania con il Csx oppure preparare un altro salto di carreggiata della sua lunga carriera politica

di Vincenzo Caccioppoli

In Campania la partita è ancora aperta

C’è un particolare ulteriore che dovrebbe far preoccupare il centrosinistra in vista delle prossime elezioni campane. Si può definire fattore M. M come Mastella Clemente da Ceppaloni, Benevento, otto legislature in Italia da deputato una da senatore, due al parlamento europeo, due volte ministro, una con il centrosinistra e una con il centrodestra (da perfetto doroteo democristiano, come ancora qualcuno ama definirlo).

Le parole del politico beneventano, infatti, sembrano presagire guai in vista per il centrosinistra in Campania. Dopo avere, infatti, invitato al dialogo Vincenzo De Luca e Roberto Fico, la settimana scorsa, Clemente Mastella ora sta riflettendo seriamente se presentarsi in Campania con il centrosinistra oppure preparare un altro clamoroso salto di carreggiata della sua lunga carriera politica.

E il particolare non è affatto di secondaria importanza, considerando il peso e l’influenza che sulla Regione hanno ancora i Mastella’s (la moglie Sandra Lonardo è stata presidente del Consiglio regionale campano dal 2005 al 2010, oltre che senatrice della Repubblica dal 2018 al 2022). E non sarebbe certo il primo ad aver fatto una riflessione di questo tipo. Si contano, infatti, ormai a decine gli amministratori locali campani che stanno passando dal Pd alle file di Fi e Fdi.

Anche l’ultimo confronto che avrebbe sancito una tregua (parlare di pace parrebbe davvero eccessivo) tra De Luca e Fico. Il governatore campano per il quieto vivere suo e soprattutto del figlio Pietro, appena eletto segretario campano del Pd, avrebbe accettato a rinunciare al suo nome sulla sua lista “a testa alta”, ma avrebbe chiesto in contropartita qualche assessorato di peso, come quella sulla sanità.

Chi conosce bene De Luca lo descrive comunque ancora riluttante a farsi dettare l’agenda da chi come Fico è stato all’opposizione della sua giunta per dieci anni. Anche perché deve fare i conti con la sua base elettorale che non ha mai sopportato che il candidato fosse dei cinque stelle. “Un candidato che poi diciamocela tutta, non è che sia proprio un trascinatore di folle. Pensare di passare da De Luca a Fico è chiedere un grande sforzo agli elettori del centrosinistra in Campania.

E certamente De Luca questo lo sa benissimo e non è che stia proprio agevolando il compito di Fico. Non dimentichiamo poi che Cirielli è sato presidente della provincia di Salerno, con De Luca sindaco, e tra i due al di là delle naturali schermaglie elettorali, c’è reciproca stima e rispetto.

Forse, in cuor suo, io penso, che non si straccerebbe le vesti, se Fico avesse un risultato deludente alle urne”, dice un consigliere regionale molto vicino al governatore. E la dimostrazione che al Nazareno sia scattato un alert rosso, è dimostrato dal fatto che la Schlein ha inviato sul posto Igor Taruffi - classe 1979, ex di Rifondazione e poi di Sel, unitosi al Pd dopo la vittoria alle primarie della segretaria del 2023, e ora diventato il numero due della Schlein nel partito - per cercare di smorzare i toni tra i due “contendenti”.

Le sue grandi doti diplomatiche stanno incontrando difficoltà nel mettere fine a una diatriba che starebbe preoccupando molto i vertici del partito. A preoccupare il Nazareno e rinvigorire le speranze del centrodestra, sono anche i 21 sindaci e gli oltre 100 amministratori locali che hanno mollato il sistema De Luca per passare tra gli azzurri di Forza Italia.

Una vera e propria emorragia che rappresenta la grande insoddisfazione che regna nel centrosinistra campano su come è stata gestita dalla Schlein la questione delle Regionali. “Secondo voi uno come Cirielli avrebbe accettato di fare da agnello sacrificale? Non avrebbe avuto alcun interesse lui essendo già viceministro e uomo di punta del partito della premier, non potrebbe come spesso accade in questi casi chiedere una compensazione. Se si è buttato nella mischia è perché crede nella rimonta”, dice un deputato di prima linea di Fdi.

Mentre invece una sua clamorosa affermazione in Campania lo farebbe assurgere al ruolo di padrone di Fdi nel Sud. E in effetti alcuni sondaggi a poco più di un mese dalle elezioni danno Cirielli, che ha iniziato la sua campagna da una settimana intorno al 47%, molto più vicino di quello che pensavano Schlein e soci. In altre parole, la distanza tra i due sarebbe intorno ai 3 punti percentuali. E quindi la partita appare aperta più che mai.

“Conosco molto bene Cirielli e vi assicuro che in Campania la partita è ancora aperta”, aveva detto ad Affaritaliani Carlo Ciccioli, eurodeputato di Fdi e uomo forte del partito nelle Marche. Il fatto poi che Fico abbia chiesto a De Luca di togliere dalle liste alcuni "impresentabili" coinvolti a vario titolo in diverse inchieste, avrebbe irritato non solo il governatore, ma anche alcuni pezzi da novante del Pd in Campania, come il capogruppo in regione della lista De Luca presidente, Carmine Mocerino, indagato per voto di scambio, che avrebbe già detto di non avere nessuna intenzione di fare un passo indietro.

E poi come c’è il caso del consigliere per l’agricoltura e gli affari europei della giunta De Luca, Nicola Caputo, anche lui indagato, e del consigliere regionale Giovanni Zanini, signore delle tessere, che hanno deciso di andare con Forza Italia.

Roberto Fico e i cinque stelle insomma starebbero rompendo alcuni delicati equilibri che De Luca era riuscito a costruire e che adesso portano acqua al mulino del centrodestra. Tutto questo grazie anche al lavoro incessante di Fulvio Martusciello eurodeputato e plenipotenziario del partito di Tajani in Campania e re delle preferenze, attivissimo in queste settimane a fare campagna acquisti nel campo del Pd.

Ecco allora che, mentre in Puglia i dissidi all’interno del Pd siano rientrati, anche se rimane ancora qualche scoria, ma nessuno sembra ormai mettere in dubbio la vittoria di Antonio Decaro, in Campania invece la vittoria non sembra affatto così scontata. Anche perché le dimissioni polemiche della Appendino da vicepresidente dei cinque stelle, in aperta polemica proprio verso l'alleanza col Pd, potrebbero chiaramente danneggiare proprio Fico.

“Se continua così qui perdiamo", dice ancora Mastella. E se davvero avvenisse questa previsione del sindaco di Benevento, per il campo largo sarebbe probabilmente il de profundis. Insomma, come dire “vedi Napoli e poi muori”.