Politica
Sangiuliano lascia, colpita l'immagine di Meloni, FdI non cala, ma basta con gli errori
Da questo momento in poi non sono più ammessi errori
Più contenuti, più progetti, più risultati ottenuti e comunicati, e meno polemiche e dispersione di energie su aspetti di relazione e di cultura istituzionale
Negli ultimi giorni, l’attenzione dell’opinione pubblica, e degli opinion leader, è stata quasi monopolizzata dalla vicenda del ministro Gennaro Sangiuliano e della sua ex collaboratrice Maria Rosaria Boccia. E oggi sono arrivate le dimissioni irrevocabili del ministro stesso. In chiave demoscopica, si tratta indubbiamente di una vicenda capace appunto di attirare l’attenzione, perché si tratta in fondo della riproposizione di un tema davvero archetipale: il rapporto di seduzione e di incontro-scontro fra il maschile e il femminile. Sul piano politologico, la domanda che ci interessa è questa: quali sono gli effetti, di immagine e di propensione a votare, indotti nell’elettorato da questa vicenda, in particolare alla luce delle dimissioni irrevocabili di cui sopra?
In generale, le vicende di tipo personale, intese in senso affettivo e sentimentale, non hanno un grande impatto in termini di intenzioni di voto per un partito o per un leader. L’esempio classico in questo senso è quello di Silvio Berlusconi, il cui successo elettorale non è stato né ostacolato né facilitato dalle vicende affettivo-relazionali che hanno accompagnato la sua lunga presenza sulla scena politica.
La stessa Giorgia Meloni, quando si è separata dal compagno Andrea Giambruno in una vicenda che ha avuto un certo rilievo comunicativo, non ha visto modificarsi né il suo indicatore di fiducia né l’intenzione di voto per il suo partito. Quindi, in generale, non è un evento della sfera personale-relazionale in sé a poter indebolire un leader o un partito. E’ il contesto che caratterizza l’evento a fare la differenza.
Nel caso del ministro Sangiuliano, il punto interessante per l’elettore non è la vicenda personale, bensì l’impressione (che la vicenda dà) che vi siano state delle leggerezze nella costruzione e nella gestione della squadra dei suoi collaboratori. In una grande organizzazione, chi deve svolgere un ruolo, quale che esso sia, piccolo o grande, marginale o cruciale, deve farlo avendo una posizione chiaramente definita e seguendo delle regole altrettanto chiaramente stabilite. La confusione di ruoli e mansioni è un limite per qualsiasi organizzazione, e a maggior ragione per una struttura complessa come è un importante ministero.
Dunque, ciò che alcuni elettori possono rimproverare all’ex ministro Sangiuliano è di non aver mostrato, in questa vicenda, sufficienti competenze di amministrazione e di gestione della delicata macchina ministeriale. E, per estensione, alcuni elettori possono cominciare a chiedersi se non vi sia un tema di “qualità amministrativa” nella classe di governo dell’attuale partito di maggioranza relativa, a cominciare dalla squadra scelta dalla premier.
E’ sufficiente questo per dire che si è un po’ appannata l’immagine del governo Meloni? Sì, è sufficiente. L’immagine si è in una certa misura appannata, anche perché già in passato erano emerse alcune ingenuità sia gestionali sia comunicative. Le dimissioni di Sangiuliano aiutano a contenere il danno, anche se una certa perdita di immagine vi è stata. E’ sufficiente questo per dire che Fratelli d’Italia perderà a breve dei voti? No, non è ancora sufficiente. L’intenzione di voto è un fenomeno complesso, che dipende da un intreccio di fattori sia razionali che emozionali. Oltre che dalla percezione della concorrenza.
Un cosa, però, è certa: come ha detto la stessa premier Meloni, da questo momento in poi non sono più ammessi errori per nessuno, neppure per la stessa Meloni. Bisogna che il governo dimostri di avere l’atteggiamento mentale giusto per affrontare i problemi del Paese, che dimostri piena focalizzazione sulle decisioni da prendere per arrivare, alla fine di questa legislatura, con un’Italia in condizioni economiche e sociali migliori rispetto all’inizio dell’esperienza meloniana. Più contenuti, più progetti, più risultati ottenuti e comunicati, e meno polemiche e dispersione di energie su aspetti di relazione e di cultura istituzionale.