Politica

Sangiuliano vicino alle dimissioni, pressing di Meloni. FdI tiene la Cultura: Giuli o Buttafuoco

Di Alberto Maggi

Meloni non vuole alcun rimpasto di governo. Le deleghe di Fitto a Palazzo Chigi. Inside

Di fronte a una bugia detta in tv e soprattutto al capo del governo, le dimissioni sarebbero inevitabili


Bocche cucitissime in Fratelli d'Italia sul caso del ministro Gennaro Sangiuliano e di Maria Rosaria Boccia. Tutto è nelle mani della presidente del Consiglio. Fino a ieri Giorgia Meloni, come ha spiegato anche in televisione, aveva creduto alle parole del titolare della Cultura e non voleva inseguire i gossip o vicende personali. Da qui il no alle dimissioni di Sangiuliano dell'altro giorno.

Ma - spiegano in modo molto chiaro dal partito della premier - le ultime dischiarazioni di Boccia su viaggi pagati dal ministero e non dal ministro con la sua personale carta di credito, come ha affermato al Tg1, hanno modificato lo scenario. E, essendo di fatto di fronte a una ipotetica bugia detta in tv e soprattutto al capo del governo, le dimissioni sono vicine. Da valutare attentamente a Palazzo Chigi anche l'eventuale utilizzo delle auto blu di servizio da parte di Boccia. Non solo, questa sera alle ore 20.30 Boccia sarà su La7 e l'accelerazione sulle dimissioni potrebbe essere legata all'uscita di nuovi retroscena sul legame, non solo affettivo, con il ministro. Dimissioni preventive quindi per evitare ulteriori imbarazzi?

Una cosa è certa - sottolineano sempre da FdI - laddove dovesse cadere Sangiuliano il dicastero dei Beni Culturali resterebbe comunque nelle mani del primo partito italiano. Esclusa categoricamente l'ipotesi di una promozione a ministro della sottosegretaria leghista Lucia Borgonzoni. I nomi per sostituire, eventualmente, Sangiuliano sono sostanzialmente due: Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI del museo di Roma, e Pietrangelo Buffacuoco, presidente della Biennale di Venezia.

Rimpasto di governo vista anche la partenza di Raffaele Fitto per Bruxelles? No. Meloni vuole cambiare il meno possibile e non aprire il capitolo poltrone per non creare fibrillazioni nella maggioranza. Molto probabilmente le deleghe di Fitto, che quasi sicuramente diventerà vice-presidente della Commissione europea, verranno tenute direttamente dalla premier a Palazzo Chigi, visto che la maggior parte del lavoro sul Pnrr è già stato fatto.




Leggi anche/ Boccia mette nel mirino Meloni: "So tutto del governo. Sangiuliano alla premier dava lezioni di storia" - Affaritaliani.it