Politica
Vietato dire "Putin". Salvini, Berlusconi e Grillo non pronunciano quel nome



Giri di parole per non dire esplicitamente il cognome del presidente russo. Lo strano caso che si ripete nelle dichiarazioni dei leader
Guerra Russia Ucraina, tutti i leader che non riescono a dire "Putin"
La guerra in Ucraina continua. Putin bombarda ormai da 41 giorni tutte le principali città del Paese e ormai lo Zar è al centro del dibattito politico e non solo da tempo. Se ne parla ovunque di questa invasione delle truppe russe, ma - si legge sul Corriere della Sera - esistono un discreto numero di politici, molti di questi leader di partito, che non pronunciano mai quel cognome. Come è difficile dire: Putin. Una strana forma di afasia, limitata all’impossibilità di sillabare un solo nome. Colpisce maestri dell’eloquio, principi della retorica, oratori infaticabili, capaci di parlare per ore ed ore senza il soccorso di un goccio d’acqua. Quattro per tutti, come i moschettieri: Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Beppe Grillo, Giuseppe Conte.
A voler pensar male, - prosegue il Corriere - questo serve a preparare il terreno del domani, quando una pace ancora lontana magari arriverà e potranno sbiadire le bombe e le stragi. E si potrà finalmente tornare a parlare con l’amico ritrovato, quello di mille lodi e centomila affari: Vladimir Putin. Dimentica Putin anche il presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, che chiede una commissione d’inchiesta neutrale sul massacro di Bucha: "Con quasi ogni certezza sono stati i russi. Ma ci deve essere un processo prima di una condanna".