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Coronavirus
Un solo positivo? Niente Dad: dopo la segnalazione di Affari, Draghi si impone

Per attivare la didattica a distanza non basterà la presenza di un solo alunno positivo in una classe. Lo ha deciso il Governo Draghi, dopo un approfondimento con il Cts e il Commissario Figliuolo, avocando a se' il tema che aveva fatto discutere, anche per la segnalazione di affaritaliani.it


Ha fatto molto discutere il caso, portato alla luce da affaritaliani.it, di una scuola lombarda che ha palesemente contraddetto le indicazioni di Draghi, attivando la Dad in una classe con un solo caso di positività al Covid.

D'altra parte, la retromarcia decisa dal Premier rispetto alla circolare dello scorso lunedì 29 novembre, nella quale i ministri della Salute e dell'Istruzione aprivano appunto alla soluzione della Dad anche con un solo positivo in classe, non era stata ancora formalizzata.

Lo sarà a breve, con una nuova circolare che confermerà il mantenimento delle regole precedente: le classe andranno automaticamente in quarantena solo se avranno tre positivi.

"Non ci sarà alcun ritorno alla Dad in caso di presenza di un solo alunno contagiato", hanno precisato fonti di governo, e parallelamente la struttura del commissario straordinario Francesco Figliuolo "intensificherà le attività di testing nelle scuole, al fine di potenziare il tracciamento", poiché "garantire la partecipazione in presenza e lo svolgimento delle lezioni a scuola in assoluta sicurezza è una priorità del Governo". Proprio la difficoltà di effettuare il tracciamento aveva indotto i ministri competenti a sospendere il programma di "sorveglianza con testing" in vigore da appena tre settimane, dando il via alla Dad con un solo caso di positività.

Forte anche del supporto di Figliuolo, Draghi si è quindi imposto per evitare la Dad nonostante il peggioramento del quadro dell'epidemia, con "un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2, anche in età scolare", con una incidenza settimanale in crescita e pari a 125 per 100.000 abitanti, "valore ben lontano dal quello ottimale di 50 per 100.000, utile per un corretto tracciamento dei casi".

La didattica a distanza scatterà (o meglio continua a scattare) con un solo positivo in classe per i bambini fino a sei anni, per la scuola dell'infanzia, dunque, dove è più difficile mantenere il distanziamento e le mascherine per i bimbi non sono obbligatorie.

Con due positivi per gli alunni da 6 a 12 anni (per i quali non è ancora prevista la vaccinazione) e anche per i più grandi se non sono vaccinati. Dai 12 in poi si andrà in Dad se i casi positivi sono almeno tre. La volontà, è stato spiegato, è non riportare le lancette indietro e garantire la scuola in presenza.

E' prevista un'altra svolta anche sulle vaccinazioni per i bambini nell'età tra i 5 e gli 11 anni.

A breve Aifa prenderà una decisione in merito e il presidente Giorgio Palù spiega: "Solitamente noi abbiamo sempre approvato quello che approvava l'Ema anche a distanza di poche ore. Direi che l'urgenza stringente in questo caso non c'è, perchè devono arrivare le preparazioni vaccinali".

 

  

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