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Alta Val Tiberina, un itinerario all'insegna dei bike tourism

Alta Val Tiberina, un inquadramento storico della Repubblica di Cospaia

In una Italia in cui tutto sembra essere conosciuto ed esplorato, rimangono oasi misteriose. Potrebbe essere un gioco di società lanciare la domanda: chi conosce la Repubblica di Cospaia? Realtà o leggenda? E ben pochi saprebbero rispondere. Non ne parlano né i libri di storia, né i manuali di geografia. Eppure, la Repubblica di Cospaia è esistita, era una striscia di terra nel cuore d’Italia, ha goduto di libertà e indipendenza per quattro secoli e non pagava le tasse.

La sua origine è davvero divertente. Tutto cominciò quando, nel 1441, qualcuno che doveva segnare i confini  fra Repubblica Fiorentina e Stato della Chiesa, si dimenticò quel fazzoletto di terra fra due torrenti, Rio della Gorgaccia e Riascone. L'equivoco nacque dal fatto che, a circa 500 metri dal torrente che doveva stabilire la demarcazione (chiamato semplicemente "Rio"), esisteva un omonimo corso d'acqua.

I delegati della repubblica fiorentina considerarono come nuova delimitazione il "Rio" che si trova più a nord, i delegati dello Stato della Chiesa, invece, quello più a sud. Ecco allora una sorta di terra di nessuno e una piccola comunità che subito si autoproclamò indipendente,  dichiarando di non essere sottomessa ad alcuna autorità.

Così su quella collina, rimasta territorio franco, nacque la Repubblica di Cospaia, governata dal Consiglio del popolo, senza leggi scritte, né tribunali, né imposizioni fiscali, libera di produrre e vendere senza pagare il dazio. C’era anche una bandiera ufficiale: campo nero e campo bianco, divisi diagonalmente. Nello stemma compariva il paesello tra i due piccoli corsi d'acqua, con due pesci sulla destra e la pianta di Nicotiana tabacum a sinistra.

Dopo quattro secoli, nel 1826, i quattordici rappresentanti della repubblica accettarono quattordici monete d’argento, facendo entrare Cospaia nello Stato della Chiesa. Per tutto questo tempo, la ricchezza di Cospaia derivò dalla coltivazione del tabacco, introdotto dopo la scoperta dell’America, che trovò qui un territorio fertilissimo. E quindi gran lavoro dei campi, preparazione dei prodotti derivati e storie divertenti di giovani e robusti contrabbandieri detti “spalloni”, che raggiungevano gli stati confinanti.

Alta Val Tiberina, un luogo da esplorare: tra lentezza e bike tourism

Questa storia intrigante è lo spunto per un itinerario alla scoperta dell’Alta Val Tiberina. Una terra nel nord dell’Umbria, tra Toscana, Marche e Romagna, verde di colli  e delle montagne dell’Appennino, ricca di ulivi, vigneti e coltivazioni pregiate.Una terra ancora autentica e in miracoloso equilibrio tra ambiente e presenza umana,  vocata alla lentezza, dove il bike tourism sarà una scelta perfetta per assaporare profumi e colori, lungo i percorsi delle ciclabili lungo il Tevere. Qua e là si scoprono borghi medievali.

San Giustino offre una bella sosta nel Castello Bufalini, luogo del FAI, nato come fortezza militare alla fine del XV° secolo e poi palazzo signorile fortificato, con ampie logge di gusto tardo rinascimentale. All’esterno un meraviglioso giardino all’italiana, limonaie, giochi di fontane e un labirinto di fine 1600, all’interno volte affrescate con favole mitologiche e decorazioni a grottesca.

Montone, tra i borghi più belli d’Italia, un piccolo gioiello intatto nelle fortificazioni medievali, vive tutto intorno ai ricordi del suo eroe, il capitano di ventura Braccio di Fortebraccio da Montone, mentre si anima di modernità con il famoso Umbria Film Festival diretto da Terry Gillam.

Città di Castello, invece, di dimensioni molto più importanti, ci trasporta improvvisamente nei tempi moderni con la potenza astratta delle opere di Alberto Burri, il suo concittadino più illustre, cui sono dedicati due importantissimi musei, uno dei quali, collocato negli ex Seccatoi del Tabacco, ricorda proprio un ricco passato industriale.

Alta Val Tiberina, spazio di colture pregiate: dal lino al ginepro fino al tabacco

Nel magnifico equilibrio tra uomo e natura, si scoprono coltivazioni rare e pregiate. Ad esempio, le coltivazioni di verbasco, camomilla dei tintori, elicriso e lino su venti ettari di terreno ad agricoltura biologica, che vengono utilizzati per i prodotti esclusivi di cosmesi tricologica della Kemon, distribuiti a livello professionale in tutta Italia.  Anche il luppolo qui assume una sua specificità e viene impiegato in un microbirrificio artigianale come Altotevere, per birre dagli aromi floreali e agrumati, davvero speciali.

Il ginepro, infine, la cui qualità in questa terra tra Toscana e Umbria sembra che sia altissima, è l’ingrediente principale dell’ottimo gin prodotto dall’azienda Palerna, produttrice anche di vini di nicchia, ricercati anche nelle etichette creative.

E torniamo quindi alla coltivazione principe di questa terra, il famoso tabacco, che costituiva la principale ricchezza di Cospaia. Benché la quantità si sia molto ridotta, la sua produzione nella qualità Kentucky è ancora importante, e visitando le aziende, si scoprono i segreti della lavorazione artigianale del sigaro. Negli ultimi anni, inoltre, il lavoro del tabacco dell’Alta Val Tiberina sembra presentare numerosi elementi di novità, come la produzione del primo sigaro bio al mondo, che ha aperto prospettive significative per il futuro.

Il tabacco qui è rimasto una passione, tanto che ogni anno si svolge presso la Villa Margherini Graziani di San Gustino il Cigar and Tobacco Festival, appuntamento con le più prestigiose aziende produttrici di sigari, pipe e tabacco, una vetrina unica per i produttori e gli importatori di sigari di tutto il mondo. Insieme con i sigari sono esposti i prodotti da gustare in abbinamento, come distillati o altre eccellenze enogastronomiche. Un vero viaggio esperienziale fra aromi, essenze e spezie, destinato a un pubblico di intenditori. Tutti appassionati del rituale così speciale del fumo del sigaro, anche questo, come tutto qui, all’insegna dell’arte e del piacere della lentezza.

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