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Cronache
Pescara, truffa col gasolio da 200 milioni: 172 denunce e 45 mln di Iva evasa

Pescara, truffa col gasolio: 45 milioni di Iva evasa

Pescara, maxi operazione della Guardia di Finanza che scova un imponibile di 207 milioni, per un'IVA evasa di oltre 45 milioni. Gli indagati rivendevano sottobanco il carburante importato a prezzi fuori mercato senza pagare l'Iva. Scattano quindi 172 denunce, ad opera delle Procure di Lanciano e Velletri, per un business nazionale del gasolio a tariffe calmierate, con un’architettura fraudolenta lungo tutta la penisola per reati tributari di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, oltre che per riciclaggio, auto riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

Le Fiamme Gialle pescaresi hanno scoperto che lo schema truffaldino è piramidale: ai vertici, fornitori nazionali e comunitari di petrolio dai quali società "cartiere" del tutto tarocche e per niente operative, rappresentate da prestanome appositamente reclutati, nullatenenti, e che non hanno mai operato nel settore carburanti, acquistano l'oro nero senza applicazione dell'IVA, per poi rivenderlo alle "pompe bianche" a prezzi stracciati, di nuovo senza versare l'IVA.

Autocisterne piene a prezzi agevolati e vendute ai distributori su quello che diventa un vero e proprio mercato nero, a meno della metà del costo medio del gasolio. Praticamente regalato, tenuto anche conto del fatto che, trasportato a migliaia di km di distanza, non risente di alcun incremento di valore, salvo poi finire nelle vetture dei consumatori finali a prezzi stellari. Il meccanismo fraudolento si basa sull'utilizzo di fatture false, con cui simulare un allineamento dei prezzi di vendita a quelli di mercato. La differenza pagata in più è finta e viene di fatto restituita in contanti: così si aggira la normativa fiscale, a danno dell'Erario.

"Il fenomeno rilevato ha un fortissimo disvalore economico e sociale - dice il Colonnello Antonio Caputo, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara - La beffa è duplice: si danneggia gravemente il bilancio dello Stato e dell'Unione europea per via della rilevante evasione IVA e si arreca al mercato una forte turbativa, mediante la concorrenza sleale operata dai distributori locali e indipendenti che si approvvigionano consapevolmente dalle organizzazioni criminose, a prezzi inferiori ai valori medi praticati alla "pompa" , continua Caputo, che sottolinea come si tratti di "un meccanismo perverso, che va totalmente a discapito sia degli operatori onesti i quali, non riuscendo ad essere competitivi, perdono larghe fette di mercato, sia dei cittadini, i cui risparmi vengono erosi ogni giorno dall'aumento vertiginoso dei prezzi "alla pompa" a causa del caro-energia e delle frodi che alterano il regolare funzionamento del settore, ora quanto mai strategico".

 

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