Culture
Il documentario d'autore a "Visioni d'arte"

Quattro appuntamenti a ingresso libero (alle 16.00 in quattro domeniche successive nella Sala dell’Arciconfraternita del Museo Diocesano, C.so di Porta Ticinese 95, Milano), 25 film e documentari anche rari e inediti dagli anni 50 a oggi, oltre sei ore di proiezioni in programma dal 1° al 22 marzo: sono i numeri della quarta edizione di Visioni d’Arte, la rassegna promossa dall’Associazione Culturale Silvia Dell’Orso in collaborazione con il Museo Diocesano di Milano e il patrocinio del Comune di Milano, Consiglio di Zona 1.
Affaritaliani.it mediapartner, ecco il programma
Dopo il successo delle prime tre edizioni, con più di 2500 spettatori, Visioni d’Arte prosegue, anche
quest’anno, il suo progetto: raccontare, con l’efficacia del mezzo cinematografico, come è cambiata nel tempo la capacità di narrare i temi legati ai nostri beni culturali utilizzando opere scelte per le loro caratteristiche di seri documenti di divulgazione. Il tema di quest’anno, I quattro elementi nell’arte, si sviluppa sul percorso critico individuato dal curatore scientifico della rassegna Paola Scremin.
Domenica 1° marzo Visioni d’Arte si inaugura con Aria: sette documentari si snodano lungo un filo che, partendo dal volo di Leonardo da Vinci arriva alla poetica eterea di Ettore Spalletti attraverso le opere degli aerofuturisti, le sculture mobili di Calder, le macchine assurde di Panamarenko e il prezioso fiato d’artista di Piero Manzoni.
Con Acqua, in programma domenica 8 marzo, si indaga l’elemento che ha ispirato senza distinzione l’arte di tutti i secoli: dalle onde scintillanti di Monet alle performances di Pino Pascali, alle installazioni di Kounellis, l’acqua è liquido amniotico di creatività per le audaci sperimentazioni visive di Studio Azzurro, ma anche distruttrice di opere come a Firenze nel 1966.
Domenica 15 marzo è il giorno dedicato alla Terra, l’elemento solido da cui tutto proviene, ispirazione continua per artisti e performers: dalle cave di Carrara, alle ceramiche degli indiani Mimbres, da Jackson Pollock che la usa come supporto per la sua action painting ad Alberto Burri che la seppellisce nel cemento sino all’Arte Povera che, con Merz, la consacra e la celebra come elemento nobile emblema di origine e stabilità.
Visioni d’Arte si chiude domenica 22 marzo con Fuoco, una giornata dedicata all’elemento di energia e distruzione, ma anche di purezza e rigenerazione come nella rappresentazione allegorica che ne fa Arcimboldo. Il fuoco è strumento di forgiatura per i mastri vetrai olandesi e per Jean Tinguely, diviene scintilla provocatoria nelle performances dei Nouveaux
Réalistes oltre che moderno pennello sperimentato da Burri e Klein. L’Associazione Culturale Silvia Dell’Orso è l’unico ente non profit italiano che ha al centro della sua missione la promozione della corretta divulgazione quale elemento cruciale per creare conoscenza e sensibilità dei cittadini verso il loro patrimonio culturale.
Ecco la riflessione della curatrice
I quattro elementi nell'arte.
di Paola Scremin
Una molteplice varietà di video, storici e contemporanei, tra i quali documentari, testimonianze, film
d'artista, raccontano, evocano e suggeriscono l'antico legame che l'arte intrattiene con i quattro
elementi. Aria, Acqua, Terra e Fuoco, da sempre materie suggestive, stimolanti di forza
immaginifica, ricche di valori archetipi, filosofici, metaforici e scientifici, alimentano una rassegna
che vuole evidenziare l'ampia varietà di interpretazione da parte di artisti che hanno attraversato
diverse epoche: dal pittore, al performer, al videoartista (Studio Azzurro, … In-volo-quadrato ...)
sino al video maker che recupera il poema evocativo di sapore avanguardistico.
I quattro elementi nel passato erano oggetto di studio alchemico, per rappresentazioni allegoriche
(Indiani Mimbres, Arcimboldo) e proto-scientifiche (Leonardo) e con la loro iconografia
costruivano immagini che affermavano la composizione del mondo. A partire dagli anni Cinquanta
del XX secolo, un processo che riscrive i principi dell'arte propensa al superamento delle
tradizionali dimensioni pittoriche, vede Aria, Acqua, Terra e Fuoco, farsi strumento di lavoro e
depositarsi fisicamente sulla tela, assieme a una nuova entità, un quinto elemento - che li
racchiude tutti - dato da l'Infinito, lo spazio cosmico, il buco nero, grande intuizione di Lucio
Fontana, padre di ardite sperimentazioni (Burri, Klein). Nel rivelare la loro consistenza fisica, gli
elementi entrano nelle opere informali e materiche (Jackson Pollock), nelle azioni performative
(Nouveaux Réalistes, Tinguely), nell'Arte Povera (Pino Pascali, Gilberto Zorio, Mario Merz,
Jannis Kounellis), rivalutando la dimensione primordiale e la connotazione alchemica. Si parla di
energia, rinascita, ciclo, metamorfosi, processo naturale e umano volto al recupero di valori
antropologici, nel tentativo di plasmare il gesto creativo come un atto di chimica dell'anima, alla
scoperta di uno spazio di trasmutazione dei significati.
Questo flusso di immagini forti e pregnanti sono opera della regia di importanti personalità che
hanno fatto la storia del film sull'arte, prima cinematografica (Luciano Emmer), poi televisiva
(Reiner E. Moritz). E ancora, i brani di cinema che abbiamo selezionato, restituiscono una visuale
sull’arte che supera la riproduzione mimetica e banale della cronistoria espositiva dei fatti, per
allargare e dilatare i confini della conoscenza attraverso il proprio specifico creativo (Claudio
Pazienza, Pappi Corsicato, Dario Zanasi, Geri Morellini). Autori italiani e stranieri il cui cinema è
nato da precedenti esperienze di videoarte (Salvo Cuccia, Michael Gaumnitz), o che è stato
istruito dall'immagine fotografica (Hans Namuth, Anita Thacher, Mario Carbone; Francesco
Cabras), come da quella pittorica (Bert Haanstra, Giampaolo Penco, Gianfranco Barberi e
Marco di Castri), grazie alla vitalità dei quattro elementi tradotti e ricreati dall'artista sono riusciti a
muovere nuove sensazioni.
ed ecco un approfondimento sul primo dei 4 elementi
ACQUA
Come scriveva Einstein, la scienza, la religione e le arti si sono a lungo occupate dei
quattro elementi perché “esprimono l'umana aspirazione a sollevarsi dalla sfera
dell'esistenza fisica, verso uno stato di libertà”. Ma Aria, Acqua, Terra e Fuoco che
regolano la vita, sono per loro stessa natura anche detentori di morte. La forza
distruttrice dell'acqua è restituita in un reportage storico e pluripremiato, dedicato
all'alluvione di Firenze (Firenze, Novembre '66), per la regia di Mario Carbone che in
un breve estratto, ripropone le immagini drammatiche di un patrimonio inestimabile
danneggiato e in parte perso per sempre. La voce di Giorgio Albertazzi e uno scarno
testo di Vasco Pratolini, raccontano i giorni del salvataggio di capolavori di Donatello,
Paolo Uccello e Cimabue, assieme a tanta letteratura, le cui pagine vediamo emergere
dal fango nelle sale delle diverse biblioteche (Nazionale, Ebraica, dei Georgofili, di
Stato).
All'acqua creatrice, rende omaggio tutta la pittura di Monet (Claude Monet, pittore,
1997), un'artista acquatico di pennello fluido, formato sulle rive del mare a nord della
Francia, prima di stabilirsi a Parigi. L'occhio del videoartista Michael Gaumnitz,
restituisce questa particolare suggestione del grande impressionista, assieme a
spezzoni filmici su Monet, girati nel 1914, dall'allora giovane Sacha Guitry, che munito
di cinepresa, pensava di lasciare un souvenir ai nipoti. L’artista delle ninfee, appare in
perfetto abito bianco con la tavolozza in mano, nel suo atelier giardino di Giverny
concepito sull'acqua; assieme a Degas e Renoir, sempre dello stesso Guitry, sono
questi da considerarsi i più antichi repertori dedicati agli artisti.
Il mare e l'acqua, entrano in una rappresentazione intrisa di ricordi autobiografici,
dell'artista Pino Pascali (Ritratto di uno scultore giovane. Ricordo di Pino
Pascali, 1973), in un documentario, curato da Franco Simongini, allora giovane
autore Rai di programmi sull’arte. Realizzato cinque anni dopo la tragica scomparsa
dell'artista pugliese, la cui opera si rivelò in maniera fulminea per poi lasciare in
eredità ricche suggestioni alla generazione dei poveristi, Pascali unì ai materiali
industriali di varia origine, quelli naturali, pezzi di corde e truciolati. Ma la sua
rappresentazione del mondo contemporaneo prendeva sempre le mosse dalle forze
primitive e mitiche della natura, una natura decisamente mediterranea, legata al
mare, al sole e alla sua terra. L'idea dell'acqua si concretizza nel 1967 nelle opere 32
mq di acqua e in 9 mq di pozzanghere; quest'ultima, presenta fori, chiazze impresse
su pannelli di truciolato laccato, dove l'acqua realmente presente, è lasciata evaporare. Fra autorevoli interventi critici (Vittorio Rubiu, Cesare Brandi, Palma
Bucarelli, Giorgio Franchetti), il gallerista Fabio Sargentini lancia la dimensione ludica
di Pascali, nell'happening SKMP2 (1968, Luca Maria Patella), che l’artista interpreta
sulla riva del mare di Fregene.
Stessa generazione, stesso milieu di formazione - Roma anni Sessanta - anche
l'artista greco Jannis Kounellis ha trascorso l'infanzia a contatto con il mare. Non a
caso un suo recente progetto espositivo è dedicato alla memoria del lavoro nel porto
di Trieste (Trieste. Kounellis, 2013), città visitata da bambino assieme al padre,
ingegnere navale di Atene. Nella grande ex pescheria, attuale Salone degli Incanti,
ripristinato come una basilica sul mare per la sua conformazione a navate, Kounellis
allestisce il palcoscenico per una rappresentazione epica - così la definisce - che
celebri una grande storia di mare, fatta di frammenti accumulati e assemblati
riassuntivi di operosità. Per l'artista, che proviene dall'Arte Povera, la prospettiva
antropologica del lavoro umano è la base per ogni sua opera fatta di materiali
naturali. Qui, tavoli di pietra che ospitavano la lavorazione del pesce ora accolgono i
resti di barche squartate come ventri di balene; pietre e corde, filze di grani di enormi
rosari calati dal soffitto, così come un gruppo di sedie coperte da un drappo nero,
celebrano la dimensione del sacro. La drammaticità dell'insieme, evoca le difficoltà
dell'uomo di navigare nel mare della vita che prelude alla morte.
Un'altra evocazione dell'acqua della nostra penisola, diventa immagine nell'opera di
Studio Azzurro (Studio Azzurro. La bottega del III millennio, 2004), con il titolo
Meditazioni mediterraneo (2002). Il gruppo milanese ovvero la bottega medioevale -
come amano definire il team di collaborazioni fatto di atmosfere - dai primi anni
Ottanta del '900, si dedicava a indagare il linguaggio evocativo del video, in
installazioni oggi considerate dei classici nel panorama internazionale. Paolo Rosa, il
maggiore dei protagonisti del gruppo e recentemente scomparso, qui ricorda come la
principale tematica ispiratrice del loro lavoro sul video, fu proprio l'acqua (Il
nuotatore, 1984; Il giardino delle anime, 1997; Miraggi del mare, 2004), che assieme
ad aria, terra e fuoco, dava concretezza all'immaterialità del nuovo media. La mutata
sensibilità tecnologica contemporanea emerge in immagini prive di forma, percepite in
uno stato di dormiveglia e in un mix di sensazioni polisensoriali fisiche e mentali.
Una performance molto evocativa di Maria Korporal (… In-volo-quadrato ..., 2012),
artista olandese contemporanea di video e computer grafica, chiude la giornata,
omaggiando due sfide molto alchemiche che il misterioso e inclassificabile artista
italiano Gino De Dominicis, nel 1969 sintetizzò in due filmati dal titolo, “Tentativo di
far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso che cade
nell'acqua” e “Tentativo di volo”. L’uso del video, consentiva a De Dominicis di comporre azioni continue, apparentemente non-sense, per condurre lo spettatore ad
operare una forzatura mentale e afferrare così l’impossibile superando i vincoli imposti
dal mondo fisico, in primis dal peso corporeo.
[Paola Scremin]
Scheda evento
Cosa
Quarta edizione di Visioni d’Arte, rassegna di film e documentari d’arte sul tema I quattro
elementi nell’arte. Venticinque documentari e film d’autore, dagli anni Cinquanta a oggi. per
raccontare come Aria, Acqua, Terra e Fuoco abbiano ispirato gli artisti di ogni tempo.,
Quando
Domenica 1° marzo 2015, h. 16.00 : Aria
Domenica 8 marzo 2015, h. 16.00 : Acqua
Domenica 15 marzo 2015, h. 16.00 : Terra
Domenica 22 marzo 2015, h. 16.00 : Fuoco
Dove
Museo Diocesano di Milano
Sala dell’Arciconfraternita
Corso di Porta Ticinese, 95
MIlano
Come
Ingresso libero sino a esaurimento dei posti. Non si accettano prenotazioni
La rassegna è adatta a un pubblico famigliare. Le proiezioni durano circa 90 minuti
Info
Associazione Culturale Silvia Dell’Orso
Tel. 02.89123122 - info@a-sdo.org – www.a-sdo.org
Programma completo qui