Arte/ Palazzo Reale rende omaggio a Piero Manzoni, provocatorio e dissacrante
di Simonetta M. Rodinò
E' la Milano degli anni Cinquanta e Sessanta con i suoi circoli intellettuali, le riunioni tra artisti, poeti e scrittori, la Milano del bar Jamaica in via Brera, dove un giovane Piero Manzoni inizia a farsi strada tra autori di fama internazionale: Lucio Fontana e lo Spazialismo, Enrico Baj e l'Arte nucleare. All'artista, mancato 30enne cinquantun'anni fa, è dedicata la grande antologica "Piero Manzoni 1933-1963", da domani al Palazzo Reale del capoluogo lombardo. La rassegna, curata da Flaminio Gualdoni e Rosalia Pasqualino di Marineo in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni, approfondisce tutto l'iter artistico: dalle prime figure antropomorfe, che si rifanno alle opere di Baj e a quelle delle tele rivestite di catrame, in cui si leggono chiari riferimenti ai lavori di Burri, via via attraverso le fasi speculative, fino all'ultimo lavoro realizzato - pochi giorni prima di morire d'infarto cardiaco - con pallini di polistirolo espanso e caolino.
Il percorso ha nella prima sala una sorta di riassunto esplicativo delle opere che hanno caratterizzato la sua parabola: dal lavoro a tutt'oggi maggiormente conosciuto, quella Merda d'artista (prodotta in 90 esemplari nel 1961) sorto come archetipo nell'immaginario generale per indicare l'artista dell'innovazione, a un esemplare di Achrome, da uno della serie Linea a una gigantografia di una "Scultura vivente".
L'esposizione indaga poi cronologicamente gli Achrome, i "non-colore", tela monocroma bianca ricoperta di gesso a campiture regolari o con stoffa a pieghe imbevuta di caolino - forse non a caso presentata a breve distanza dai Monochromes blue di Yves Klein nel 1958. Contemporaneamente Manzoni esplora la pratica di segni di codice: lettere di alfabeto maiuscole tracciate sulla superficie in sequenze ripetitive e regolari. Evoluzione successiva è la Linea: la striscia di carta tracciata è avvolta e conservata in un cilindro di cartone sigillato, di cui un'etichetta dichiara il contenuto. Ecco poi comparire altri materiali: cotone idrofilo, panno, sassolini, polistirolo, carta compressa fibra sintetica…Si arriva al 1960. Realizza i Corpi d'aria, palloncini gonfiabili, un treppiede per poggiarlo come su un piedistallo, un tubicino per gonfiarlo e una chiusura. Passando poi dalle Uova, uova sode che l'autore trasforma in opere contrassegnandole con la propria impronta digitale, si arriva alla Merda d'artista, scatoletta per conserve del diametro di sei centimetri, sigillata, su cui un'etichetta porta la scritta in stampatello maiuscolo "Piero Manzoni" e sovraimpressa in italiano, inglese, francese e tedesco la dicitura "Merda d'artista. Contenuto netto gr 30. Conservata al naturale. Prodotta e inscatolata nel maggio 1961". La mostra, promossa e prodotta dal Comune di Milano e Skira editore, si chiude con una nuova serie di achromes realizzati con pallini di polistirolo.
Artista concettuale, provocatorio e dissacrante, questo nipotino di Marcel Duchamp non ha potuto crescere. Essendo morto così giovane non sapremo mai se i suoi sberleffi, la sua presa in giro, fossero seri o meno.
"Piero Manzoni 1933-1963"
Palazzo Reale - Piazza Duomo, 12 - Milano
26 marzo - 2 giugno 2014
Orari: Lunedì: 14.30-19.30; Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica: 9.30-19.30; Giovedì e Sabato: 9.30-22.30
Ingressi: Intero: € 11,00 - Ridotto: € 9,50
Infoline: 02.9280037502.92800375
Catalogo: Skira editore
www.mostramanzonimilano.it
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