Economia
Caro energia e guerra: dramma ceramica e acciaio. "Costi ormai insostenibili"



Aziende appese ai costi di megawattora e materie prime: "In base ai prezzi decidiamo ogni singolo giorno se fermare la produzione o no. Molte le aziende ferme"
Crisi ceramica: "Da Odessa argille e sabbie bianche non arrivano più"
La guerra in Ucraina sta ulteriormente peggiorando la situazione per quanto riguarda il caro energia in Italia. Moltissime le aziende che sono già in crisi, in particolare le acciaierie e le industrie di ceramica. "Si naviga a vista, le imprese decidono ogni giorno alle 13 che cosa faranno l’indomani — racconta al Corriere della Sera Antonio Ghirardi, a capo della Fiom di Brescia -. All’una infatti si conoscono i prezzi dell’energia del giorno dopo. E si sceglie se fermare la produzione o andare avanti". Il terremoto produttivo causato dalla guerra in Ucraina ha il suo epicentro nella provincia bresciana punteggiata di fonderie e acciaierie. La siderurgia fa i conti da una parte con il caro-energia, dall’altra con la scarsità e l’aumento dei prezzi delle materie prime che arrivano da Russia e Ucraina.
I prodotti che escono da fonderie e acciaierie - prosegue il Corriere - sono indispensabili per il resto dell’industria. "Ho appena fatto una riunione con i miei manager, alcune forniture stanno rallentando — racconta Enrico Carraro, presidente del gruppo omonimo (sistemi di trasmissione, macchine agricole e movimento terra) oltre che presidente di Confindustria Veneto —. Le nostre imprese stanno cercando di rimpiazzare le forniture che prima arrivavano dall’Ucraina. Ma questo richiede tempo". Un altro settore esposto è quello della ceramica. Argille e sabbie bianche partivano da Mariupol e Odessa per arrivare a Ravenna e da qui raggiungere il distretto di Sassuolo. Confindustria ceramica parla di una trentina di associati che hanno sospeso la produzione.