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Economia
Confcommercio, allarme usura: a rischio 30mila micro e piccole imprese

Confcommercio lancia l'allarme con il report "Legalità ci piace" 

Criminalità e percezione del fenomeno influenzano i comportamenti d'investimento da parte degli imprenditori e contribuiscono a comprimere la crescita di lungo termine dell'economia: la fotografia viene scattata dall'indagine di Confcommercio su usura e fenomeni illegali, presentata nel corso della giornata nazionale "Legalità ci piace". Sono ad elevato rischio usura 30mila micro e piccole imprese del terziario e dei pubblici esercizi, con un numero delle potenziali vittime che sale vertiginosamente a quota 273.682.

"C'è l'esigenza chiara di scelte adeguate alla portata delle sfide in campo: riaffermare le ragioni della libertà, della democrazia e del diritto internazionale. Che per noi significa costruire oggi in Europa, una comune politica estera, una comune politica di difesa, una comune politica energetica", ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

"Nonostante l'usura sia il reato maggiormente diffuso tra le imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività e nonostante quasi il 60% degli imprenditori ritenga la denuncia il primo indispensabile passo di fronte all'usura, questo è uno di quei reati che emergono con maggiore difficoltà. Ci sono tanti motivi che spiegano questa difficoltà, a partire dal timore della violenza che i criminali non si fanno scrupolo di mettere in atto", ha aggiunto. 

Sangalli ha ricordato che "le vittime hanno bisogno della vicinanza delle istituzioni, del presidio sul territorio delle forze dell'ordine. E hanno anche bisogno del nostro sostegno, della nostra prossimità operoso, tanto più in questo momento drammatico di crisi su crisi. Una prossimità concreta come fanno tante Confcommercio nel nostro paese e penso a quella di Palermo, guidata da Patrizia Di Dio, impegnata nell'incentivare la denuncia, e allo stesso tempo a sostenere la riabilitazione economica e sociale. La crisi della pandemia e quella dei costi generata da questa drammatica guerra rappresentano un vero e proprio detonatore dell'usura", ha concluso.

Oltre a essere percepito come il reato che aumenta di più, l'usura è anche un fenomeno che penalizza lo sviluppo delle imprese e frena la crescita. L'11% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività. Il 17,7% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato nelle grandi città (22%), al Sud (19,1%) e per le imprese del commercio al dettaglio non alimentare (per il 20%).

Al Sud Italia infatti le imprese del terziario di mercato percepiscono un peggioramento dei livelli di sicurezza, più che nel resto d'Italia. L'usura resta il fenomeno criminale più diffuso secondo il 30% delle imprese (il 27 a livello nazionale). In particolare, la percentuale di imprenditori preoccupati per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui operano è del 19,1%, dato superiore alla media nazionale pari al 17,7%. Ma l'analisi offre anche un dato importante: di fronte a fenomeni di usura e racket, il 66,7% delle imprese del Sud ritiene che si debba sporgere denuncia (un valore ampiamente superiore alla media nazionale del 58,4%). Sono questi alcuni dei dati che emergono dal report nazionale sull'usura, presentato a Roma in occasione della nona edizione della Giornata nazionale di Confcommercio "Legalità, ci piace".

"Da noi c'è più consapevolezza del fenomeno, spiega Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio con incarico nazionale per la legalità e la sicurezza, e di conseguenza la denuncia alle forze dell'ordine viene percepita come un'esigenza imprescindibile per arginare questo fenomeno, che ha un costo elevatissimo per l'economia legale: 31 miliardi l’anno, a livello nazionale, per commercio e pubblici esercizi".

"Continua a esserci un ottimo rapporto di fiducia e collaborazione con magistratura e forze dell'ordine, ma occorre sottolineare che purtroppo la Sicilia è uno dei territori più colpiti dalla crisi economica, aggravata dalle prolungate chiusure per Covid e dalla mancanza di liquidità". Viene calcolato che nell'Isola almeno 2.500-3 mila imprese rischiano di essere "assorbite" da chi, attraverso l'usura e l'estorsione, cerca di approfittare del livello di grave difficoltà delle aziende dei settori più colpiti. 

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