Economia
Generali è ancora un bene rifugio: gli analisti scommettono sul titolo

Dopo la pubblicazione dei dati trimestrali i giudizi concordano: il Leone merita fiducia e non ha risentito delle tensioni nel cda
Generali, gli analisti consigliano di puntare sul titolo
Un tempo il titolo di Generali era parte integrante della dote consegnata alle figlie della borghesia italiana. Oggi la compagnia triestina ha un respiro più internazionale e ha appena concluso – si spera definitivamente, anche se le premesse non sono delle migliori – una stagione piuttosto bellicosa che ha accompagnato l’azienda fino all’assemblea dello scorso 29 aprile. La domanda che tutti si pongono, ora, è se Generali, al di là della burrasca, sia ancora un’azienda su cui puntare. Forte di oltre 600 miliardi di attivi, con in pancia una montagna di titoli di stato, il Leone è una di quelle imprese che devono andare bene per garantire la stabilità del nostro Paese.
Che cosa dicono gli analisti
Il giudizio è unanime: vale la pena scommettere su Generali. Il target price è per molti superiore ai 20 euro (oggi siamo intorno ai 18) e soprattutto sembra aver convinto molti il piano industriale di Philippe Donnet che prevede tra i 5,2 e i 5,6 miliardi di utili nel periodo 2022-2024, in aumento rispetto ai 4,5 miliardi corrisposti nel triennio precedente.
Per questo, Jefferies conferma la raccomandazione hold e il prezzo obiettivo a 17,5 euro su Generali Assicurazioni. dopo i conti del primo trimestre. I dati mostrano un risultato netto dell'11,7% al di sopra del consenso, notano gli analisti. In generale, sottolineano gli esperti, "ricavi, margini, utile e capitale sono tutti comodamente oltre il consenso". Generali, conclude Jefferies, sta "performando eccezionalmente bene e sembra non penalizzata dalle dispute a livello di board".
Per Jp Morgan il target price è fissato a 23 euro. Nella nota diramata dalla banca d’affari si legge che “Generali ha ottenuto ottimi risultati, con un utile operativo superiore del 5% al consenso. L’azienda sta mostrando una performance più forte nella maggior parte delle linee di business tra cui vita, danni e segmento Holding, con margini sottostanti nel business danni migliori di quanto ci aspettassimo. Anche il Solvency ratio ha superato ampiamente le aspettative di consenso. Dopo la recente incertezza relativa alla gestione e alla composizione del Consiglio, prevediamo una sovraperformance delle azioni”.
Il futuro di Generali
Dunque da un lato l’applauso degli analisti (oltre ai due citati, anche Morgan Stanley, Berenger, Kepeler Cheuvreux, Banca Imi, Citi, Bank of America, Akros e altri), dall’altra la necessità di darsi una dimensione ancora più europea. Le critiche del duo Del Vecchio-Caltagirone, seppur sfociate in una elevata tensione, partivano dall’assunto che il divario nella capitalizzazione tra Generali e i principali competitor, cioè Axa e Allianz, ma anche Zurich, fosse cresciuto notevolmente. In realtà, prendendo in esame gli ultimi 5 anni, Generali perde nel confronto solo con la compagnia svizzera, che è aumentata di oltre il 50%. Il Leone cresce del 26%, Allianz del 13% mentre Axa ha perso due punti percentuali nel periodo.
È un po’ il gioco delle tre carte: a seconda del parametro che si vuole contemplare, la performance di Generali appare più o meno brillante. Perché è vero che il Leone vale un terzo di Allianz e metà di Zurich, ma lo è altrettanto che il ritorno per gli azionisti è al top nel settore. Nel dubbio, gli analisti hanno scelto di dare ancora una volta fiducia al Leone.