Guerra, greggio in forte calo: Mosca punta al ripristino del nucleare iraniano - Affaritaliani.it

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Guerra, greggio in forte calo: Mosca punta al ripristino del nucleare iraniano

I prezzi del greggio raggiungono i minimi da quasi tre settimane dopo che la Russia ha detto di essere a favore del ripristino dell'accordo il prima possibile

Guerra Russia Ucraina, Lavrov: "Siamo pronti a rafforzare la partnership con l'Iran"

Il petrolio scende sotto i 100 dollari al barile dopo che il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, si è detto pronto a rafforzare la partnership energetica sul nucleare con l'Iran, dichiarando il ripristino dell'accordo “il prima possibile”. Poco dopo l'ora di pranzo il Brent a Londra cala del 6,75% a 98,85 dollari al barile mentre il West Texas Intermediate (Wti) perde il 6,92% a 95 dollari al barile.

Secondo il rapporto mensile dell'Opec la domanda di petrolio nel 2022, di fronte alle sfide dell'invasione russa dell'Ucraina e dell'aumento dell'inflazione, non arresterà la sua corsa: aumenterà di 4,15 milioni di barili al giorno (bpd). Tuttavia, secondo l'organizzazione, la guerra in Ucraina e il proseguire del contagio da Covid-19 stanno rimodellando l'economia mondiale e potrebbero avere un impatto negativo a breve termine sulla crescita globale.

"L'aumento dell'inflazione e le turbolenze geopolitiche in corso, avranno un impatto sulla domanda di Petrolio in varie regioni" del mondo e "rallenteranno la crescita economica", si legge nel rapporto mensile. "Sebbene l'anno sia iniziato su basi relativamente solide, gli ultimi eventi nell'Europa orientale potrebbero far deragliare la ripresa", ha spiegato l'Opec.

Il consumo mondiale di petrolio dovrebbe ancora superare la soglia dei 100 milioni di barili al giorno nel terzo trimestre, in linea con le previsioni del mese scorso. Su base annua, l'ultima volta che il mondo ha consumato più di 100 milioni di barili al giorno di petrolio è stato nel 2019. L'Opec insieme alla Russia e ai suoi alleati (Opec+) stanno gradualmente annullando i tagli record alla produzione messi in atto nel 2020 con lo scopi della pandemia. Nella sua ultima riunione, il gruppo ha confermato l'aumento della produzione mensile di 400.000 barili ad aprile.

Il calo dei prezzi da una parte, l'aumento di domanda dall'altra: l'oro nero è sempre più al centro della questione energetica mondiale. In particolare, l'attuale frenata ha fatto seguito alle dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, che prima dell'incontro a Mosca con l'omologo iraniano Hossein Amirabdollahian, ha detto che i due Paesi “si accingono a sottoscrivere nuovi importanti documenti" a testimoniare "una nuova qualità della nostra partnership".

"Stiamo definendo nuovi importanti documenti, per dichiarare una nuova qualità della nostra partnership", ha detto Lavrov, ricordando che l'interscambio è cresciuto di quasi l'80% l'anno scorso, superando i 4 miliardi di dollari. E le prospettive sono "ancore più rosee, se si considera che i negoziati sul rilancio del Piano d'azione globale congiunto, che mira a risolvere la situazione del programma nucleare iraniano, sono prossimi alla fine", ha aggiunto il ministro, citato dall'agenzia Interfax.

In tale contesto, “la Russia ha ricevuto garanzie dagli Stati Uniti che le sanzioni decise nei suoi confronti per l'invasione dell'Ucraina non influiranno sulla cooperazione russo-iraniana nel settore dell'energia nucleare”, ha rivelato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

"Abbiamo ricevuto garanzie scritte. Sono incorporate nel testo dell'accordo stesso sul ripristino del piano d'azione globale congiunto (Pacg) sul programma nucleare iraniano e questi testi proteggono in modo affidabile tutti i progetti e le aree di attività previste dal JCPOA, compreso il coinvolgimento immediato delle nostre aziende e specialisti, in particolare per quanto riguarda la cooperazione sul progetto di punta della nostra interazione, la centrale nucleare di Bushehr", ha affermato Lavrov in una conferenza stampa dopo l'incontro con Abdollahian.

"Gli americani cercano ogni giorno di dire che stiamo ostacolando questo accordo, ma questa è una bugia - ha aggiunto Lavrov. L'accordo non è stato ancora approvato definitivamente in alcune capitali e la capitale russa Mosca non è tra queste". La Russia, ha aggiunto Lavrov, è a favore del ripristino quanto prima possibile del Jcpoa e della revoca delle sanzioni americane all'Iran. "Ci aspettiamo che gli Stati Uniti tornino al quadro giuridico di questo accordo e ci aspettiamo la revoca delle sanzioni illegittime imposte dagli Stati Uniti, che hanno colpito dolorosamente non solo il popolo iraniano ma anche un certo numero di altri paesi", ha concluso Lavrov sottolineando come il ripristino del Jcpoa riporterà il petrolio iraniano sul mercato.

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