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Economia
Istat, a novembre cala la fiducia dei consumatori, stabile per le imprese

Istat, in calo il clima di fiducia dei consumatori che passa da 118,4 punti a 117,5 

La nuova variante sudafricana e l'aumento dei contagi in Europa mettono in crisi la fiducia dei consumatori in Italia. Secondo i dati Istat nel mese di novembre il dato ha perso quasi un punto: non succedeva dal mese di luglio. Si è passati dal 118,4 di ottobre al 117,5 di questo mese. L'indice pur rimanendo su livelli storicamente elementi ha subito un duro contraccolpo. 

Tra le componenti, peggiorano le aspettative sulla situazione economica del Paese, quelle sulla situazione economica della famiglia e le opinioni sulle possibilità future di risparmiare. Con riferimento ai giudizi, emergono peggioramenti di quelli sul bilancio familiare e sull'opportunità attuale all'acquisto di beni durevoli. 

La flessione dell'indice di fiducia dei consumatori è dovuto essenzialmente ad un peggioramento delle attese sulla situazione economica generale e di quelle attinenti la sfera personale. Più in dettaglio, il clima economico e quello futuro sono in deciso peggioramento: i relativi indici calano, rispettivamente, da 142,2 a 139,8 e da 125,4 a 121, mentre il clima personale registra una riduzione piu' contenuta (da 110,4 a 110). Solo il clima corrente e' in crescita, con l'indice che passa da 113,7 a 115,2

Istat, miglioramento della fiducia nell'industria manifatturiera, calo nei servizi di mercato e costruzioni 

Mentre l'indice composito del clima di fiducia delle imprese a novembre rimane sostanzialmente stabile, da 115 passa a 115,1. L'andamento dell'indice riflette andamenti eterogenei di giudizi e aspettative tra i comparti economici indagati.

In particolare, per le imprese si stima un miglioramento della fiducia nell'industria manifatturiera (l'indice aumenta da 115,1 a 116) e nel commercio al dettaglio (da 105,4 a 106,8). Invece, si registra un calo nei servizi di mercato e nelle costruzioni (l'indice scende, rispettivamente, da 112,1 a 111,3 e da 159,2 a 157,4). Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura tutte le variabili sono in miglioramento ad eccezione dei giudizi sulle scorte; nel commercio al dettaglio tutte le variabili sono improntate all'ottimismo.

In relazione ai servizi di mercato, i giudizi sugli ordini e quelli sull'andamento degli affari sono in peggioramento, mentre un deciso aumento caratterizza le attese sugli ordini. Nelle costruzioni, giudizi sugli ordini sostanzialmente stabili si uniscono ad attese sull'occupazione presso l'azienda in diminuzione. 

 

Istat, crisi sul fronte demografico: verso i 58 milioni di abitanti nel 2030 

Infine, le previsioni sul futuro demografico in Italia elaborate dall'Istat restituiscono un potenziale quadro di crisi. La popolazione residente è in decrescita: da 59,6 milioni al primo gennaio 2020 a 58 milioni nel 2030, a 54,1 milioni nel 2050 e a 47,6 milioni nel 2070.

In particolare, il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050, mentre la popolazione in età lavorativa scendera' in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale. Da 45,7 anni nel 2020 l'eta' media passerebbe a 50,7 anni nel 2050. Entro 10 anni l'81% dei comuni avrà subito un calo di popolazione, l'87% nel caso di Comuni di zone rurali. Previsto in crescita il numero di famiglie ma con un numero medio di componenti sempre piu' piccolo. Meno coppie con figli, piu' coppie senza: entro il 2040 una famiglia su quattro sara' composta da una coppia con figli, piu' di una su cinque non avra' figli.

Confcommercio, Pil e consumi meno rosei di qualche mese fa 

Sui dati Istat, l'Ufficio studi di Confcommercio dichiara: "Le criticita' che stanno emergendo sul fronte della pandemia e dei costi dei consumi obbligati cominciano a produrre effetti sulle aspettative. Il sentiment delle famiglie mostra per il secondo mese consecutivo un arretramento, seppure contenuto. Piu' stabile appare la situazione degli imprenditori, sia pure con differenze settoriali legate anche a fattori stagionali". 

"Per il commercio e il turismo la possibilita' di un Natale meno drammatico rispetto al precedente ha indubbiamente contribuito al recupero di novembre. La condizione economica generale e' ancora favorevolmente orientata, ma la parte finale dell'anno, per Pil e consumi, potrebbe essere un po' meno rosea di quanto previsto qualche mese fa", conclude Confcommercio. 

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