Economia
Mps, il sindaco di Siena: "Tutti assolti ma è un disastro: non paga nessuno"

"Un intero sistema di potere senese ha portato al disastro della terza banca del Paese". L'attacco dopo le assoluzioni. Bassanini invece difende Mussari
Mps, tutti assolti ma il disastro resta. Il grido del sindaco di Siena
"Una sentenza di Tribunale può assolvere, nello specifico, gli imputati, come è successo a Milano. Ma il tribunale della storia giudicherà con severità un intero sistema di potere senese che ha portato al disastro della terza banca del Paese". Il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, ha commentato con grande durezza all AdnKronos (con le sue parole poi riprese oggi da La Stampa) la sentenza della Corte d'Appello di Milano che ha ribaltato le precedenti condanne ai vertici di Mps.
"Da avvocato - prosegue De Mossi - so bene che le sentenze non si commentano, si rispettano. Ma da cittadino e da sindaco so altrettanto bene come, al di là delle responsabilità legali o penali individuali di singoli amministratori della banca, ci sia forte e ineludibile la responsabilità di un intero sistema. Quello del centrosinistra senese che ha per decenni, in raccordo anche con il piano nazionale, costruito le condizioni ambientali perché Monte dei Paschi finisse per implodere. Intrecciando in modo perverso, con eccessiva e inopportuna familiarità e prossimità, finanza, istituzioni, politica, scegliendo le persone evidentemente sbagliate, gestendo ogni posto disponibile in una logica monolitica, e finendo per narcotizzare una città e soffocarne le energie".
"Queste - conclude il sindaco di Siena - non sono forse responsabilità perseguibili in un'aula di Giustizia. Ma su di esse il tribunale della storia ha già espresso una condanna durissima, e così la comunità di Siena. Una città ferita, e oggi ancora più amareggiata da una sentenza che non individua colpevoli al disastro della terza banca del Paese e non offre l'occasione di un risarcimento almeno simbolico e morale. Una città che non dimentica".
Sulla sentenza, come segnala La Stampa, è intervenuto anche l’ex ministro Franco Bassanini che tra il 1996 e il 2006 - eletto alla Camera tra le fila del Pd, nel collegio di Siena - seguì da vicino le vicende della banca e della Fondazione: "Mussari - ha scritto su Twitter - ha commesso errori anche gravi (non tutti per sua colpa) ma non crimini. La giustizia deve distinguere gli uni dagli altri: in fretta, non dopo anni!". Anche perché dalla richiesta di rinvio a giudizio e la sentenza di secondo grado sono passati più di otto anni.