Mutui, la fregatura dei tagli della Bce: case più care anche con i tassi in calo. Ecco perché - Affaritaliani.it

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Mutui, la fregatura dei tagli della Bce: case più care anche con i tassi in calo. Ecco perché

I vecchi mutui a tassi stracciati stanno sparendo, sostituiti da prestiti più cari: così il costo medio continua a salire nonostante i tagli della Bce. Perchè? I tassi di mercato si adeguano in ritardo alle decisioni dell'Eurotower

di redazione economia

Il paradosso dei tagli della Bce

Chi sperava in una boccata d’ossigeno con i tagli ai tassi della Bce, farebbe bene a tenere i piedi per terra. Perché, spoiler, il costo del mutuo non scenderà davvero così in fretta. Anzi, per molti continuerà a salire. E se i mutui diventano più cari, comprare casa sarà un lusso sempre più riservato a pochi. A lanciare l’allarme è uno studio della Banca Centrale Europea che mette in evidenzia come, nonostante la fine della stretta monetaria, i tassi medi dei mutui continueranno a salire almeno fino al 2030.

Il motivo è più semplice di quanto si pensi: i tassi di mercato si adeguano in ritardo alle decisioni dell'Eurotower. E intanto, man mano che i vecchi mutui sottoscritti ai tempi dei tassi zero vanno estinguendosi, vengono sostituiti da nuovi contratti ben più salati, che alzano la media e pesano di più sui bilanci delle famiglie. I dati più recenti confermano il problema. Ad aprile il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato del 3,29%, secondo il bollettino dell’Abi. È vero, è un calo rispetto al 4,42% di dicembre 2023, ma siamo comunque lontani dai livelli pre-crisi, quando i mutui si aggiravano intorno all’1,5%.

E la differenza, alla fine si sente tutta. Un mutuo da 150.000 euro su 25 anni, con un tasso dell’1,5%, significa una rata di circa 600 euro al mese e 30.000 euro di interessi totali. Con il tasso attuale al 3,29%, invece, la rata schizza a 730 euro e gli interessi totali salgono a 70.000 euro. In pratica, 130 euro in più al mese e 40.000 euro in più alla fine.

Insomma il paradosso è evidente: anche se i tassi ufficiali stanno scendendo, il costo del credito per le famiglie continua a salire. Il vero impatto però è un altro: sul mercato immobiliare e sulla capacità delle famiglie di spendere. Se i mutui restano costosi, meno persone possono permettersi di comprare casa. E chi ce l’ha già, taglia i consumi per far fronte alla rata. Il 48% delle famiglie con un mutuo prevede di ridurre le spese nel prossimo anno e in Italia, dove una quota di mutui è ancora a tasso variabile, l’effetto è ancora più forte.

Intanto l’Euribor e l’Irs, i parametri che servono per calcolare i tassi variabili e fissi, stanno calando, ma il TAN applicato dalle banche sul fisso è salito dal 2,82% al 3% nell’ultimo mese. Un segnale che il mercato sta vivendo una fase di assestamento, ma che la vera discesa potrebbe richiedere tempo. Insomma anche se la Bce ha iniziato a tagliare i tassi, l’effetto sulle rate si farà sentire lentamente, forse troppo. Intanto, chi può aspetta. Chi non può, paga.

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