Economia
Nord Stream 1, Mosca ricatta l'Europa: "In caso di embargo, stop al gasdotto"

La contromossa del Cremlino in risposta alla minaccia di Berlino di bloccare le autorizzazioni per il "gemello" del gasdotto russo, il Nord Stream 2
Guerra Russia Ucraina, il vicepremier Novak: "Abbiamo il diritto di imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1"
L'ipotesi di un embargo al petrolio russo e la decisione tedesca di congelare l'autorizzazione del Nord Stream 2 spingono il Cremlino a una risposta altrettanto dura. Un eventuale embargo dei Paesi occidentali contro il gas russo avrebbe "conseguenze catastrofiche" per il mercato globale e potrebbe spingere il prezzo del greggio fino a 300 dollari a barile, "se non oltre", ha detto il vicepremier russo, Alexander Novak, in un videomessaggio trasmesso dalla televisione russa.
Novak ha aggiunto che sarebbe "impossibile" per l'Europa rimpiazzare rapidamente il petrolio russo. "Ci sarebbe bisogno di oltre un anno e sarebbe molto più costoso per i consumatori europei", ha affermato. "I politici europei", ha proseguito il vicepremier russo, "dovrebbe avvertire con onestà i propri cittadini e i consumatori su cosa li attenderebbe e che i prezzi schizzerebbero verso l'alto". Novak ha quindi affermato che la Russia potrebbe valutare il blocco delle forniture di gas tramite il Nord Stream 1 in risposta allo stop imposto dalle sanzioni europee al Nord Stream 2. Ma, ha concluso, "finora non abbiamo preso alcuna decisione, nessuno ne beneficerebbe".
Nella giornata di oggi, sul fronte del mercato, dopo un avvio in rialzo, all'indomani del record fissato ieri a 345 euro al megawattora sul mercato europeo, i prezzi del gas si attestano in ribasso, dopo numerose sedute in costante aumento. I contratti aprile scambiati ad Amsterdam, che hanno perso progressivamente quota dopo l'avvio in rialzo del 15% circa, cedono al momento il 3,6% a 219 euro al megawattora (ieri aveva chiuso a 227,2 euro al megawattora). I contratti a maggio cedono l'1,5% a 211 euro al megawattora. A rallentare la corsa dei prezzi sono le indiscrezioni secondo cui l'Unione europea starebbe studiando la vendita congiunta di obbligazioni, una sorta di Eurobond, per contribuire a coprire le spese per l'energia e la difesa, in modo da contrastare le ricadute della guerra
Intanto dall'Italia arrivano i primi segnali di apertura. Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato: "Stiamo lavorando per ridurre questa dipendenza: per metà anno circa il 50% del gas che importiamo dalla Russia sarà sostituito da altre fonti". Il ministro ha ricordato che "l'Europa importa il 45-46% di gas dalla Russia. Per ridurre la dipendenza", ha sottolineato, "abbiamo bisogno innanzitutto di differenziare i paesi che esportano da noi; poi incrementare le altre sorgenti energetiche, rinnovabili, biogas e idrogeno e ovviamente risparmiare energia migliorando l'efficienza di tutti i nostri sistemi".