A- A+
Economia
Snap e Abercrombie crollano in Borsa dopo i conti
Toro di Wall street

Che cosa succede a Wall Street

Una giornata già depressa per le borse europee è stata ulteriormente zavorrata dai mercati americani. In apertura il Nasdaq, il listino dei titoli tecnologici, cede oltre il 3%. L’indice principale, il Dow Jones, arretra di oltre 1,3 punti percentuali. Ma è solo la punta dell’iceberg. Negli ultimi sei mesi, infatti, Wall Street ha perso il 12%, appesantita dalla guerra in Ucraina dopo aver avuto un gennaio tutto sommato brillante. Non va dimenticato, infatti, che gli analisti avevano già previsto una “tempesta perfetta”, cioè il combinato disposto di inflazione da scarsità, difficoltà nella logistica, coda lunga del Covid e guerra in Ucraina. Ancora peggio ha fatto il Nasdaq, che da novembre a ora ha lasciato sul campo oltre il 30%. E qui i motivi c’entrano poco con la guerra.

I titoli tecnologici in affanno

Appare evidente, infatti, che qualcosa si è rotto nelle valutazioni che vengono date dagli analisti ai big tech. Snap oggi sta perdendo oltre il 40% del suo valore a causa di conti poco performanti. L’azienda, infatti, ha dovuto rivedere al ribasso le vendite e i profitti, a causa di un contesto macroeconomico che si è deteriorato sempre più rapidamente. Ma non si tratta di un’eccezione, ma semmai, di un trend ormai consolidato nel mondo dei colossi del tech

Prendiamo Meta, ad esempio: dopo aver fatto il suo trionfale ingresso nelle cosiddette “trillion company”, cioè le aziende che valgono oltre 1.000 miliardi di dollari in Borsa, la creatura di Mark Zuckerberg ha perso metà del suo valore e mentre scriviamo cede quasi il 10%. Perché? Prima di tutto perché pensare di continuare a crescere all’infinito, come numero di utenti attivi, è semplicemente impossibile. Da una parte, perché non tutti hanno accesso a una connessione stabile; dall’altra perché i giovani preferiscono TikTok e la necessità di arginare determinati contenuti fuorvianti – o autentiche bufale – ha fatto perdere appeal a Facebook tra i seguaci di strampalate teorie come Qanon. E questi ultimi hanno scelto social come Signal o Telegram, in attesa del Truth di Donald Trump. E che dire di Twitter che, finito nelle mire di Elon Musk, ha lasciato un quarto del suo valore sul campo e ora ha un prezzo di poco superiore ai 27 miliardi

E ancora: Netflix, il compagno ideale che ha allietato il lockdown di milioni di persone, ora viene negletto. Si parla di licenziamenti e si fatica a ritrovare il bandolo della matassa. Il titolo, in sei mesi, ha perso il 72% del suo valore perché la concorrenza degli altri canali di streaming (Dinsey +, Amazon Prime, Apple Tv solo per citare i più “corazzati”) si è fatta talmente agguerrita che diventa sempre più difficile emergere. Anche perché per ogni “Casa di carta” o “Better Call Saul” c’è un’enormità di contenuti che invece vengono visti da pochissime persone. E si rischia l’effetto “asino di Buridano” per cui di fronte all’imbarazzo enorme della scelta si rischia di preferire un altro streamer o addirittura una passeggiata all’aperto.

Non solo i colossi del tech

Ma non sono soltanto i player tecnologici a piangere lacrime amare. Restando in tema di Netflix, il brand Abercrombie & Fitch, protagonista del documentario White Hot trasmesso proprio dal canale di Reed Hastings, sta perdendo oltre il 30% in Borsa e, negli ultimi sei mesi, ha lasciato sul terreno oltre metà della propria capitalizzazione. E oggi vale meno di un miliardo. Perché? Il marchio destinato a giovani di bell’aspetto – come testimoniato dai commessi-modelli – aveva già vissuto un momento di grande difficoltà quando era stato associato a comportamenti razzisti e sessisti. Nel 2014 il ceo Mike Jeffries rassegnò le sue dimissioni e il nuovo corso, più inclusivo, sembrava aver centrato l’obiettivo di riportare in auge il marchio. Qualcosa però dev’essere andato storto, perché oggi A&F ha presentato i conti che registrano una perdita operativa di 6 milioni contro un utile di 60 milioni nel primo trimestre dello scorso anno. La perdita netta è stata di 0,27 dollari per azione, mentre gli analisti attendevano un utile di 8 centesimi per ogni titolo

È dunque evidente che l’intera economia americana si sta impantanando. Le elezioni di Mid-Term si avvicinano, la popolarità di Joe Biden è ai minimi storici e il ritorno di Donald Trump sempre meno impossibile. Sleepy Joe si sta giocando il collo e non può permettersi di vedere un’economia ulteriormente tirata, con la necessità di alzare i tassi, l’inflazione alle stelle e il pericolo di una recessione. Tant’è che in molti hanno reputato irresponsabili le parole del presidente sulla possibilità di intervento a Taiwan in caso di aggressione cinese. In molti, anzi, sono pronti a scommettere che se in Borsa dovessero ripetersi giornate come questa, non sarebbe improbabile un raffreddamento dello spirito interventista perfino in Ucraina. Altro che “boots on the ground”, qui l’America si gioca la leadership mondiale nel mondo economico. 
 

 

Leggi anche: 

FI, Gelmini vuole impedire la fusione con la Lega. Con lei 40 parlamentari e..

Caro energia, Draghi batti un colpo: a rischio oltre 30mila imprese italiane

Referendum giustizia, al voto nel silenzio dei media: perché andare a votare

Elezioni, Borghi (Lega): "Colle rispetti il voto popolare, non come nel 2018"

Inter: dopo lo scudetto, può perdere anche Suning. Il diktat di Xi Jingping

Milan da Elliott a RedBird per 1,3 mld. Diavolo sarà media company. I dettagli

Scudetto del Milan, ecco perché non è stato allestito il maxi-schermo

Patrizia D'Addario: "Feci l'amore con Berlusconi, ci parlai tutta la notte”

Intesa Sanpaolo, al via contratto di finanziamento in ambito ESG

Terna, continua la crescita dei consumi elettrici in Italia

Iscriviti alla newsletter
Commenti
    Tags:
    borsa




    
    in evidenza
    Caso gioielli, Scotti punge Fagnani: “Belva addomesticata? Devi fare i nomi”

    La conduttrice vs Striscia la Notizia

    Caso gioielli, Scotti punge Fagnani: “Belva addomesticata? Devi fare i nomi”


    motori
    Lamborghini Urus SE: l'icona dei super SUV diventa ibrida

    Lamborghini Urus SE: l'icona dei super SUV diventa ibrida

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.