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Esteri
"Pnrr vincolato a Stato diritto", Corte Ue boccia ricorsi di Polonia-Ungheria

Recovery Fund, stop della Corte Ue ai ricorsi di Polonia e Ungheria contro le regole sul rispetto dello Stato diritto

Per Polonia e Ungheria doppia sconfitta: giuridica e politica. La Corte di Giustizia Ue ha respinto i ricorsi dei due Stati contro il meccanismo di condizionalita' che subordina il beneficio di finanziamenti provenienti dal bilancio dell'Unione al rispetto da parte degli Stati membri dei principi dello Stato di diritto.

Tale meccanismo, indica la Corte che si e' riunita in seduta plenaria, e' stato adottato sul fondamento di una base giuridica adeguata, e' compatibile con la procedura prevista all'articolo 7 del Trattato Ue e rispetta in particolare i limiti delle competenze attribuite all'Unione e il principio della certezza del diritto.

A questo punto la Commissione Europea ha la strada aperta per mettere in pratica il dispositivo del Recovery Fund che collega l'uso dei fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto per tutelare il denaro dei contribuenti europei (attraverso il bilancio Ue e i fondi raccolti con le emissioni di debito comune). 

Ungheria, "abuso di potere" dall'Ue 

La ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, dopo il verdetto della Corte di Giustizia dell'Ue, che ha respinto il suo ricorso e quello della Polonia contro il meccanismo di condizionalità per l'erogazione di fondi europei, ha parlato di "abuso di potere" da parte di Bruxelles.

Polonia, il verdetto è un "attacco alla sovranità"

Anche la Polonia ha fatto sentire la sua voce sul verdetto della Corte di Giustizia, definendolo un "attacco contro la nostra sovranita' ". A commentare la notizia su Twitter è stato il vice ministro della Giustizia polacco, Sebastian Kaleta.

 

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