“Stigma” di Erin Doom è il bestseller del momento
Il nuovo romanzo dell’autrice di “Fabbricante di lacrime” schizza subito in testa alle classifiche
La seconda tendenza ha invece a che fare con la necessità delle ragazzine di ricercare nei libri – forse per l’impossibilità di trovarle tra i propri coetanei – figure maschili forti, segnate dall’esistenza ma sempre pronte a lottare, coraggiose, protettive. L’uomo d’acciaio che però, all’occorrenza, si trasforma nel più dolce e tenero degli amanti. Se la prima tendenza è una novità assoluta degli ultimi anni, la seconda affonda le sue radici un po’ prima, almeno a partire da Cinquanta sfumature di grigio in poi, e testimonia la fascinazione nei confronti di personaggi maschili sempre più difficili da incontrare nella realtà, ancor più nella vita quotidiana. Ecco, allora, che si viene rapite dalla storia e si finisce per innamorarsi del protagonista come se fosse vero, in carne e ossa.
Non bisogna però pensare che il recente boom delle storie d’amore sia sinonimo di totale leggerezza o superficialità. In Stigma c’è infatti molto altro, a cominciare dal difficile rapporto con i genitori, che ancora una volta trova terreno fertile nelle nuove generazioni; è facile, per le lettrici della Doom, riconoscersi nei figli incompresi, far propria quella solitudine che è ormai il tratto distintivo di milioni di adolescenti, e al contempo desiderare un riscatto, un punto di svolta per riappropriarsi di ciò che si è perso. In molte affermano di averlo “divorato” in pochissimi giorni, di averlo amato, di essersi appassionate a questo romanzo pronto a diventare il nuovo bestseller del 2023; tuttavia, onde evitare delusioni, anticipiamo che probabilmente esso non sarà autoconclusivo, in quanto il finale aperto ci lascia ben sperare in una possibile saga, o quantomeno in un seguito. Ancora una volta, piace e colpisce lo stile narrativo fresco, incalzante, perfettamente plasmato al modo di leggere del nostro tempo, tanto veloce quanto istintivo. Ombre e luci, bianco e nero, in un gioco di forze contrastanti che tengono incollate alla pagina.
“La vidi per la prima volta. E mi chiesi se fosse quella, la ferita insanabile che si portava dentro. La stessa che si nutriva del suo dolore, che lo induceva a cercare disgrazie, che costellava il suo corpo di cicatrici come un incubo dai tanti sorrisi. Forse un giorno avrei capito che la sofferenza ha molti nomi, ma una sola, unica voce”.
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