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Furio Colombo esce e sbatte la porta. Lascia Travaglio e passa a Repubblica



Uno dei fondatori del giornale ha deciso di cambiare aria dopo l'accesa polemica sulle tesi filo-Putin di Alessandro Orsini. "Non posso scrivergli accanto"
Furio Colombo passa a Repubblica. In polemica con Travaglio e Orsini
Clamoroso al Fatto Quotidiano. Uno dei padri fondatori del giornale esce e sbatte la porta, in aperta polemica con il direttore Marco Travaglio e con Antonio Padellaro. Furio Colombo è passato a Repubblica, dopo il polverone alzato nei giorni scorsi in seguito ad una sua lettera aperta al Fatto, in cui si chiedeva come potesse a continuare a firmare articoli a fianco di Alessandro Orsini, il professore diventato un volto noto della tv, considerato filo-putiniano. Colombo si chiedeva "chi fosse il falsario tra lui e Orsini", attaccando apertamente la linea editoriale di Travaglio, che sul Fatto ha dato ampio spazio alle tesi dell'ex professore della Luiss. un cambio di tendenza anche nel mercato dei giornalisti, era stato infatti Gad Lerner a fare il percorso inverso nei mesi scorsi, lasciando il gruppo Gedi per andare al Fatto.
Oggi il suo debutto sulle pagine di Repubblica con un editoriale dal titolo: "Putin il lupo e i porcellini". Furio Colombo si schiera apertamente con la Nato nella guerra in Ucraina. "Per spaccare il mondo - scrive Colombo - ci vuole un’altra parte combattente. Non c’era. Ma si può sempre inventare. Potrebbe essere la Nato, un’alleanza ingombrante non per avere annunciato piani di invasione ma per avere come socio fondante gli Stati Uniti, grande potenza, adatta a creare l’immagine del mondo spaccato non appena protesta e annuncia che non resterà inerte. In questo modo la Russia, che si irritava alla ripetizione di una evidente verità (se esiste un aggressore esiste anche un aggredito) può annunciare al mondo che sta per essere aggredita. La storia si può anche raccontare così. Il lupo all’improvviso abbatte la casetta dei tre porcellini".