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Jack Dorsey si dimette dal consiglio di amministrazione di Twitter
Elon Musk e Jack Dorsey

Jack Dorsey abbandona il consiglio di amministrazione di Twitter

Il fondatore di Twitter, Jack Dorsey, ha abbandonato il consiglio di amministrazione del social network. Si tratta di un’evoluzione naturale del suo rapporto con la piattaforma dei “cinguettii”: a novembre dello scorso anno, infatti, il brillante imprenditore aveva deciso di lasciare le cariche operative per dedicarsi alla sua altra creatura, il sistema di pagamento Square Inc. Ma c’è qualcosa che ha fatto insospettire più di un analista, soprattutto se si guardano le tempistiche. Facciamo un passo indietro.

Da ormai settimane va avanti lo stucchevole balletto con cui Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, cerca in ogni modo di impossessarsi di Twitter. E lo fa a modo suo. Prima annunciando l’acquisto del 9% dell’azienda, divenendone il primo azionista e ottenendo un posto in cda. Poi lanciando un’offerta non negoziabile – pena un’opa ostile – da 44 miliardi di dollari che gli azionisti, dopo un iniziale sbandamento, hanno deciso di accettare. Quindi sbattendo la porta dallo stesso board di Twitter. Infine, mettendo in dubbio l’intera piattaforma, accusata di avere una quantità di profili governati da “bot” superiore al 25% - mentre la società ne ammette non più di uno su 20 – con la possibilità che questi siano addirittura oltre il 50%. Una condotta che non è piaciuta agli azionisti: questi, infatti, hanno deciso di fargli causa, rivolgendosi alla Sec per turbativa del mercato. Il motivo? La comunicazione tardiva del suo acquisto di azioni di Twitter ha permesso a Musk di risparmiare poco meno di 150 milioni di dollari

Lo spregiudicato Elon Musk

Ma è in realtà il metodo Musk, uno che ama apparire sempre in prima linea, che si fuma spinelli in diretta radio, che millanta di vivere in una casa in affitto, che ha chiamato il figlio con un nome troppo astruso perfino per gli Stati Uniti dove una segretaria di stato era stata battezzata con una parola italiana scritta sbagliata. Musk però è tutto fuorché uno sciocco, anzi. È un geniale, spregiudicato imprenditore che ha saputo imporre il cambio di paradigma al mondo dell’automotive, realizzando una specie di rivoluzione in anticipo che ha costretto tutti gli altri produttori a inseguire. Non sarà un caso se Tesla oggi vale in Borsa otto volte il principale Oem mondiale, cioè Volkswagen.

Nelle scorse settimane ha vissuto momenti turbolenti, dopo essere stato accusato di molestie sessuali da un’assistente di volo nel 2018, che avrebbe liquidato con 250mila dollari. E poi l’endorsement per i repubblicani, preferiti ai democratici per la loro maggiore comprensione della vita reale e delle vere esigenze del mondo, mentre i “dem” vengono accusati di essere troppo concentrati sul politcally correct e sul me too. Ancora: è notizia di ieri che si sia interessato al crollo demografico dell’Italia, che potrebbe perdere cinque milioni di abitanti nei prossimi 30 anni.

Non c’è nulla di casuale, però: come fa notare Repubblica il magnate sudafricano guarda con preoccupazione al diffuso calo demografico dell’Occidente come a una riduzione del suo mercato di riferimento per i prodotti come l’intelligenza artificiale o per idee avveniristiche che coinvolgono la sua Space X in missioni extra-planetarie alla ricerca di nuovi mondi da colonizzare. Non è un mistero, infatti, che Musk – un patrimonio da oltre 217 miliardi di dollari, quasi 70 in più del secondo classificato Bernard Arnault – sia da tempo convinto che l’umanità stia andando verso l’estinzione a causa del cambiamento climatico e della gestione sconsiderata delle emergenze correlate

 

Chi è Jack Dorsey

Di fronte a una personalità così poliedrica è difficile pensare che sia casuale che Jack Dorsey, che ancora detiene il 2,4% del “suo” social network abbia deciso di lasciare il consiglio di amministrazione proprio ieri, dopo l’ennesima circonvoluzione di Musk che ha aumentato la sua quota di equity fino a 33 miliardi per rilevare Twitter. Dorsey è l’esatto opposto del magnate sudafricano: schivo, riservato, raccontava di camminare ogni giorno per diverse miglia per permettere ai pensieri di fluire correttamente. Eppure, anche in altre occasioni ha appoggiato l'operato di Musk. Tanto che qualcuno ritiene che potrebbe esserci un accordo nascosto tra i due per trovare nuove sinergie. Pare sia stato proprio Jack Dorsey a introdurre Elon Musk all'interno della Silicon Valley. 

È un appassionato di yoga, vegano tendente al gianismo, aveva messo a disposizione un pacchetto azionario di Twitter del valore di un miliardo per contribuire alla ricerca per il vaccino contro il Coronavirus. E ha donato 428 milioni di dollari in due anni in iniziative di beneficenza. Nota bene: anche Musk ha donato 5,7 miliardi in charity e ne ha promessi altri 6 alle Nazioni Unite. Non è una gara a chi è più buono o spregiudicato. Ma è indubbio che lo stile con cui Elon si rapporta al business è agli antipodi rispetto a quello di Dorsey. Ma in genere chi entra in rotta di collisione con Musk ne esce sconfitto e deve abbandonare il campo di battaglia. Il che significa che se davvero Dorsey, con la sua mossa, ha voluto aiutare Musk l'attuale cda ha le ore contate. 

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