Politica
Guerra, deputato leghista: "Andrò in Donbass". Di Maio ferma 30 parlamentari



Vito Comencini, filo Putin allo scoperto. Il ministro degli Esteri ferma le missioni dei colleghi: "Siete obiettivi sensibili. Rischio di strumentalizzazione"
Guerra Russia Ucraina, Comencini: "Io filo-Putin? Non mi schiero"
La guerra in Ucraina non accenna a fermarsi. Pesante notte di bombardamenti sulla capitale Kiev da parte degli uomini di Putin nel ventismo giorno di conflitto armato. Ma c'è anche chi nel parlamento italiano non condanna i russi, si tratta del deputato leghista Vito Comencini: "Andrò in Donbass. Io filo Putin? Non è così. Mi definisco - spiega Comencini a Repubblica - un identitario. Difendo i valori della civiltà classico cristiana in Europa". Ora si trova a San Pietroburgo, la città della moglie, Natalia. Ed è pronto a raggiungere il Donbass, "se sarà possibile. In caso contrario mi fermerò a Rostov, dove molti dei profughi giunti dalle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk hanno trovato riparo. Non faccio distinzioni con gli ucraini, ma anche quelli fuggiti in Russia meritano la nostra solidarietà. L’invasione è anche una conseguenza della guerra in Donbass".
Intanto dal ministro degli Esteri Di Maio arriva lo stop per 30 parlamentari intenzionati ad andare al confine polacco per far sentire la propria presenza. L'ex leader del M5s - prosegue Repubblica - ha scritto una lettera indirizzata ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, per “sconsigliare” le missioni dei parlamentari in Ucraina. "Lo sconsiglio - scrive Di Maio - è a maggior ragione necessario per un gruppo importante e visibile di parlamentari e giornalisti, che possono rappresentare un obiettivo sensibile. La loro presenza potrebbe essere strumentalizzata a scopo bellico o di disinformazione".