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Politica
Russia, Calderoli: "Creiamo le condizioni per una rivoluzione che cacci Putin"
Roberto Calderoli Senatore

Russia, Calderoli (Lega): "Gli americani e gli europei non hanno la forza per far cadere Putin dall’esterno, se non rischiando una terza guerra mondiale"


“Oggi è una data simbolica per la Russia, perché il 27 febbraio di 105 anni fa esplodeva la Rivoluzione di febbraio, il prologo della successiva rivoluzione di ottobre che portò alla tragica deposizione dello zar russo Nicola II e alla fine della dinastia dei Romanov. E adesso 105 anni dopo auspico che i cittadini russi possano avviare una nuova rivoluzione per deporre lo zar Putin, incentivati e sostenuti dall’Occidente". Roberto Calderoli, storico esponente della Lega, vicepresidente del Senato, raramente interviene su questioni di politica internazionale. Lo fa questa volta, con un'intervista ad Affaritaliani.it, per indicare una possibile pacifica road map per arrivare ad una svolta nella guerra voluta dalla Russia. 

“Faccio due premesse. La prima è che non sono un esperto di politica internazionale, ma mi pare chiaro che l’Occidente, ovvero gli americani e gli europei, non hanno la forza per far cadere Putin dall’esterno, se non rischiando una terza guerra mondiale, per cui si può solo far cadere dall’interno. Appunto con una rivoluzione”.

L’Occidente ha deciso sanzioni durissime...
“Ma da quel che vedo le sanzioni economiche che si vorrebbero imporre alla Russia, di qualunque portata siano, compresa l’esclusione dal sistema SWIFT, rischiano di fare danni limitati materiali allo zar Putin, al suo apparato e in generale alla nazione russa. Queste sanzioni economiche faranno poco o niente a Putin e anzi rischiano di trasformarsi in un boomerang economico per l’Europa, per i mancati approvvigionamenti di gas dalla Russia”.

Saranno sanzioni strettissime...
“Non ne dubito ma Mosca dal 2014 ha creato una sua economia autarchica, che prescinde dall’Occidente, e può sempre contare sulla sponda degli alleati di Pechino. Non dimentichiamoci, anche se è passato sotto silenzio, che tre settimane fa il leader cinese Xi Jin Ping ha invitato Putin come ospite d’onore alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi Invernali, boicottate politicamente dagli USA, e in quell’occasione il governo cinese ha sottoscritto una serie di accordi con quello russo per giganteschi quantitativi di gas che la Russia fornirà alla Cina. Di fronte a questo accordo parlare di sanzioni occidentali mi sembra ben poca cosa… Per questo dico che serve un’altra strada per fermare Putin”. 

Lei prima ha parlato di due premesse…
“L’altra è che nei confronti della Russia non esiste più il diritto. Mi spiego: la diplomazia ha fallito, ora serve una prova di forza, non militare, non con le armi, ma con altri strumenti pacifici ma penetranti, anche dolorosi, seppur incruenti. Siamo di fronte ad una gravissima violazione da parte della Russia di Putin di ogni norma di diritto internazionale, siamo di fronte ad una sospensione del diritto da parte di Mosca, per cui a questo punto le regole internazionali che ci siamo dati dal 1945 non valgono più per la Russia. Non possono più valere. E di fronte a mali estremi anche i rimedi devono essere estremi”. 

A quali rimedi si riferisce?
“Ripeto, l’Occidente ha dimostrato in tutti questi anni di non avere la forza per tirare giù Putin dall’esterno. Qui non stiamo parlando di un Gheddafi o di un Saddam, tanto per essere chiari. L’unico modo per far cadere Putin è tirarlo giù dall’interno, con una nuova rivoluzione d’ottobre, un nuovo ottobre rosso come quello del 1917, solo che stavolta deve avvenire in primavera. Lo sappiamo che c’è un ampio dissenso interno in Russia, tacitato con repressioni, arresti e censura: solo ieri ho letto di 2700 arresti a Mosca. Ecco noi dobbiamo allargare quel dissenso, potenziarlo, farlo esplodere. E per riuscirci dobbiamo fare leva sui cittadini russi, sul popolo”.

E come si può fare? 
“Per esempio, per iniziare a svegliare il popolo russo, serve una serrata bancaria e monetaria per ogni cittadino e società russa. Blocchiamo il cambio del rublo, blocchiamo qualunque pagamento in rubli, trasformiamo almeno a livello occidentale il rublo in una moneta non accettata, facciamolo diventare carta straccia. E ancora, blocchiamo tutti i conti correnti di cittadini russi e società russe in banche occidentali, li blocchiamo e li sequestriamo, in una parola li congeliamo fino a quando sarà necessario”.

In una parola togliamo il ‘portafoglio’ a tutti i russi…
“Esatto, ma non solo. Poi blocchiamo per i Paesi occidentali tutti i visti dei cittadini russi, ma tutti, propri tutti, impediamo l’ingresso nei nostri Stati a qualunque cittadino russo e espelliamo immediatamente ogni cittadino russo dai nostri Stati e anche qui intendo tutti, ma proprio tutti, inclusi i campioni dello sport, del calcio, del basket, i personaggi dello show, gli attori, gli imprenditori, i magnati, tutti. Nessuno escluso. Ad eccezione chi di pubblicamente condanna Putin e ne prende le distanze, dando un esempio per chi sta in patria. Se iniziassero a farli attori, musicisti, calciatori… invece stanno tutti zitti. Per cui chi si dissocia resta in Occidente, chi tace e acconsente torna in Russia e lascia qui tutti i suoi averi”.

Addirittura?
“Proprio così, sequestriamo loro tutti i beni patrimoniali nei nostri Stati, a cominciare dagli immobili che possiedono nei nostri territori, a cominciare dalle ville in Costa Smeralda o in altre riviere o gli attici nel centro di Milano. Sequestriamo tutto, congeliamo tutto”.  

In pratica vuole rendere i cittadini russi clandestini e poveri...
“Voglio vedere se invalidiamo i loro passaporti, i loro permessi di soggiorno, i loro visti, se invalidiamo la loro moneta, se sequestriamo tutti i loro conti bancari, se gli togli la possibilità di viaggiare all’estero, di investire, di lavorare, insomma se appunto li rendiamo tutti clandestini e poveri, voglio vedere se a quel punto il dissenso interno dei cittadini russi non si amplificherà, favorito anche dalla presa di posizione di miliardari o personaggi famosi. Voglio vedere se a quel punto non ci sarà una nuova rivoluzione rossa, una nuova rivoluzione d’ottobre ma stavolta primaverile”.

Detto così può funzionare...
“E aggiungo: apriamo corridoi umanitari non solo per i cittadini ucraini, ma anche quelli russi che non vogliono più stare nella Russia di Putin”.

 

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    guerra ucraina russia roberto calderoli putin





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