Politica
Missione russa in Italia, 6 ricercatrici da Mosca per Sputnik. Zero risultati




L'ospedale Spallanzani ha continuato a fare test su quel vaccino nonostante la bocciatura dell'Ema. Mistero sulle reali ragioni
Missione russa in Italia, via vai di scienziati provenienti da Mosca
Continua a far discutere il caso della missione russa in Italia nel pieno dell'emergenza Covid del marzo 2020. Tra i vari misteri irrisolti sui veri motivi che hanno spinto il Cremlino a inviare medici, ma soprattutto militari nel nostro Paese, c'è anche quello relativo alle ricercatrici di Mosca presso l'ospedale Spallanzani di Roma. Secondo quanto risulta a La Stampa, tre scienziate russe erano già state nello stesso Istituto nell’estate del 2021 e hanno condotto ricerche non solo su Omicron (che allora non c’era), ma hanno testato neutralizzazioni dei ceppi virali Delta e Alfa con i sieri dei vaccinati russi.
Non è chiaro - prosegue la Stampa - perché lo Spallanzani abbia continuato a testare l’efficacia dello Sputnik anche a dicembre scorso, quando era ormai certo non solo che Ema non aveva autorizzato il vaccino russo, ma anche che non lo avrebbe approvato neanche in futuro. Di questa attività non esiste a oggi alcun riscontro scientifico (articolo, preprint, presentazione a convegni). Quelle tre ricercatrici russe non tornarono mai più allo Spallanzani. Furono rimpiazzate. Da San Pietroburgo, per le prove su Omicron (avvenute nell’inverno 2021 a Roma) mandarono altre tre ricercatrici, diverse. Ma anche da loro nessun risultato riscontrabile. "La collaborazione con i russi non ha comportato alcun trasferimento di dati personali", assicura ora lo Spallanzani. La Regione Lazio intanto tira dritto e nomina direttore generale dell'Istituto Francesco Vaia, che prima era solo "dg facente funzione", il segnale che per loro non c'è nulla di sospetto o da chiarire. Ma il mistero rimane.