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Politica
Torino, Frediani (ex-M5s): “Appendino? Si è ritirata per non uscire sconfitta”

Occhio e croce ci vorranno ancora un paio di settimane per avere un nome sotto il vessillo torinese dei Cinquestelle per la corsa alla poltrona di Sindaco. Il Movimento si muove sottotraccia nella speranza che dalle parti del Nazareno qualcuno dia una scampanellata ai vertici del Pd torinese per socchiudere un'ormai improbabile porta sotto la Mole.

La sindaca uscente, Chiara Appendino, ha ribadito il suo passo indietro, nonostante i recenti tentativi di dissuaderla, reiterati da Luigino Di Maio. Quasi tutti si sono ormai adeguati all'idea che la tanto auspicata alleanza tra PD e M5s sia bellamente naufragata. Giuseppe Conte e la viceministra Laura Castelli, per nulla rassegnati al fallimento dell'intesa sabauda, dovranno farsene una ragione.

Non mancano quelli che auspicano un ritorno alle origini del Movimento, soprattutto tra gli ex pentastellati, buttando alle ortiche logiche di potere e di governo, fosse anche per un destino di eterna opposizione.

"E' vero che il movimento si è posto anche come forza di opposizione" dice Francesca Frediani, valsusina, classe 1973, attuale consigliera regionale in Piemonte, fuoriuscita dal Movimento 5 Stelle alla fine del 2020.

"Questa ambizione di voler governare a tutti i costi è cresciuta con il tempo e ha portato a una disfatta totale, perché non si è stati in grado di equilibrare il desiderio di governare con i nostri principi e le nostre battaglie. Credo che non sia accettabile scegliere di governare a tutti i costi, sacrificando tutti i nostri valori. In Consiglio Regionale lavoriamo da sempre all'opposizione, non è una cosa che mi spaventa".

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La Frediani è stata espulsa dal Movimento, ma resta legata ai principi che hanno dato vita alla storia dei Cinquestelle, come la lotta contro la Tav. Un'opera che ora sembrano volere un po' tutti. Il candidato sindaco del centrodestra Paolo Damilano l'ha definita per la sua idea di Torino "più che una priorità, un'ovvietà". Dello stesso avviso è anche l'avversario, candidato alle primarie del PD, Stefano Lo Russo, che tra i primi atti in Giunta, se sarà eletto, inserirà proprio quello di far rientrare Torino dentro l'Osservatorio. La stessa Appendino ha sempre sostenuto che un sindaco non poteva bloccarla.

"Tra i candidati che hanno qualche possibilità di vincere a Torino, non esiste nessuno che sia contro il Tav" commenta ancora la Frediani. "Nel dibattito politico si dà ormai per scontata la sua realizzazione, cosa che per noi non è. Crediamo sia ancora necessario discuterne. Del resto, i ritardi accumulati non sono tutti addebitabili al Movimento NoTav. Si sono bloccati da soli, senza bisogno d'aiuto, sprecando tra l’altro un’enorme quantità di soldi per delle cose assurde e inutili, come lo spazio per i visitatori dentro il cantiere".

Intanto, la contesa Appendino pare stia preparando le sue mosse per fare il salto di categoria. Di certo continuerà a fare politica, magari con un ruolo di vertice nel partito a 5 Stelle di Conte e un futuro scranno parlamentare.

"Penso che non si sia ricandidata perché è consapevole di quanto sia difficile vincere, per non dire che si rischia un tracollo vero e proprio" continua Frediani. "Si è ritirata per non uscire sconfitta, cosa che comunque non avverrebbe per demeriti suoi. Non ho grandi critiche da muoverle rispetto al modo in cui ha amministrato la città. Oltre a questo, non mi stupirebbe se avesse altre ambizioni politiche, peraltro legittime, perché è una persona capace. Magari in una posizione di governo o vicino al governo".

Dopo aver definito Vito Crimi un abusivo, perché il suo ruolo doveva essere temporaneo e non doveva essere prorogato, la Frediani esprime un giudizio su Di Maio severo e compassionevole al tempo stesso.
"Ormai è l'ombra di se stesso, ammesso che sia mai stato se stesso, perché mi sembra che si adatti molto ai cambiamenti per restare a galla. Ho la sensazione che il suo unico scopo sia mantenere la sua posizione di potere e che non abbia nessuna voglia di ritornare a casa e alla sua vita. Le sue scuse all'ex sindaco di Lodi, Uggetti, per la gogna mediatica subita? Credo le abbia fatte per mandare un segnale al PD o, comunque per riposizionarsi rispetto al tema della giustizia. Non vorrei pensare male e che si tratti di un segnale rispetto alla riforma. Sarebbe davvero preoccupante se così fosse".

Secondo la Frediani la destra potrebbe davvero sbancare il tavolo di Torino questa volta, un po' perché i candidati del Pd, Lo Russo e Lavolta, "sono, per motivi diversi, invotabili", e un po' perché il Movimento si sta tenendo il più possibile fuori dai giochi per volontà di qualcuno che dall'alto sta facendo questo gioco di sospensione per evitare che si possa fare una lista. E Beppe Grillo?

"Intanto lo stimo come persona e lo ringrazierò sempre per quello che ha tentato di fare in questo Paese" conclude Frediani. "C'è molta amarezza però per il modo in cui è finita. Posso anche comprendere che si sia trovato da solo in questa impresa, soprattutto dopo la scomparsa di Gianroberto Casaleggio. Avrebbe potuto comunque conservare un ruolo di direzione e di decisione, invece credo che la sua assenza in momenti cruciali abbia spinto il Movimento verso il baratro. Poi, non ho nemmeno gradito certi commenti fatti verso alcuni esponenti della lotta NoTav come Perino. Addirittura, ha definito il nostro mondo 'cupo e perinificato'. L'ho trovato davvero di cattivo gusto, ha cancellato in un colpo tutto l'impegno che aveva messo nella lotta in valle. È stato proprio una delusione da quel punto di vista".

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