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Juventus-Napoli 3-0 più lontano, verso il recupero. Ma la serie A è trema: idea 'bolla Nba'
(foto Lapresse)

Juventus-Napoli 3-0 più lontano, verso il recupero. Il problema sulla data

Niente 3-0 a tavolino per Juventus-Napoli. La conferma ufficiale ancora non c'è (il giudice Gerardo Mastranrea deve analizzare i documenti della Procura Figc), però tira aria di recupero per il match delle polemiche. Da capire se la società guidata da Aurelio De Laurentiis subirà la penalizzazione di uno o più punti in classifica per la violazione del protocollo Covid (il club partenopeo "non accetterà neanche sanzioni minori“, aveva detto l’avvocato Mattia Grassani nei giorni scorsi). Ma la logica di giocare sul campo la partita sta prevalendo in queste ore. La data dell'eventuale recupero di Juventus-Napoli? La prima disponibile resta il 13 gennaio, ma la collocazione è un problema visto che sarebbe a quattro giorni da Inter-Juventus e a 8 proprio da Napoli-Juve di Supercoppa italiana.

Juventus-Napoli e il covid in serie A, si lavora su un nuovo protocollo

Sul mancato 3-0 pesa la volontà di non provocare un'ulteriore e pesante frattura nel calcio italiano e comunque resta il fatto che sì, in base al al protocollo condiviso da calcio, governo e Cts - il Napoli avrebbe dovuto presentarsi a Torino per giocare nonostante avessero due calciatori positivi, ma il regolamento parla chiaramente di un'eccezione: "Fatti salvi eventuali interventi delle autorità statali e locali". E l'intervento delle Asl 1 e 2 di Napoli entra in questo quadro. E un 3-0 sconfesserebbe la mosse dell'Azienda Sanitaria partenopea. Poi è chiaro da giorni che questa partita ha mostrato la falla nel sistema e che teoricamente qualunque Asl può bloccare questa o quella partita in situazioni simili a Juventus-Napoli. Per questo il mondo del calcio sta lavorando per completare il regolamento e non è escluso un accordo con le regioni per far sì che in futuro non ci siano interferenza con il protocollo. Situazione però spinosa, il tempo stringe e non è semplice pensare che questo accordo arrivi prima della ripresa della serie A.

Senza dimenticare che nuove nubi minacciose si muovono verso lo svolgimento regolare del campionato: l'impennata dei contagi in Italia. Il rischio di nuove restrizioni nella vita quotidiana potrebbe proiettarsi anche sul torneo calcistico nel medio periodo quantomeno.

Inter-Milan e il covid, derby dei contagiati

A Milano al momento il derby Inter-Milan non è a rischio, ma intanto sale il numero dei contagiati (4 dei nerazzurri e 2 per i rossoneri). Situazioni che si rischiano di spandere sempre più a macchia d'olio in tutte le partite di serie A. Teniamo poi conto che molti giocatori di serie A la prossima settimana rientreranno dai loro impegni con le nazionali e la speranza dei club è di non avere ulteriori cattive sorprese.

Covid, Genoa ancora con 17 positivi

Basti pensare che il Genoa per non perdere a tavolino contro il Verona alla ripresa del campionato dovrà probabilmente schierare alcuni giocatori della Primavera, visto che 17 giocatori della prima squadra sono inutilizzabili. "La regola dice che bisogna essere in 13 e che si possono aggiungere i ragazzi della Primavera".

Covid, serie A e la bolla Nba

"Per salvare il campionato forse dovremmo fare 4-5 mesi in una bolla come è successo in NBA, ma se l’avessimo detto prima si sarebbero rivoltati tutti“, le sue parole. Ma risulta molto complicato trasportare il metodo usato per chiudere il campionato di basket americano in Italia. Tanto più che 4-5 mesi è un periodo piuttosto lungo (in Nba la bolla è durata 3 mesi ed essendoci i playoff via-via molte squadre sono tornate a casa anzitempo, lasciano infine sono i Los Angeles Lakers e Miami Heat all'atto finale).

Covid e Serie A, le parole di Ricciardi e Massimo Galli

Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza intanto ha spiegato: "Io credo che vada rivisito il protocollo del calcio: fu approvato a maggio, con la circolazione del virus limitata all'epoca. Quello era stato un protocollo elaborato dalla Figc ed approvato dal Cts che ha consentito di chiudere il campionato. In questo momento il virus circola in modo talmente forte che non può che prevedere una rivisitazione del protocollo - le sue parole a Radio Punto Nuovo - Ha fatto bene le Asl di Napoli a tutelare la salute pubblica, evitando che ci siano persone che dalla Campania potessero far circolare il virus. Da quello che letto, le Asl di Napoli hanno evitato il focolaio epidemico". 

Parole simili da parte di Massimo Galli, responsabile del reparto malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano: "Per passare la nottata non dobbiamo stare fermi: spero si possano avere ancora le partite di calcio, che sono anche di conforto. Ma, è irragionevole correre dei rischi, ragionevole invece è fare le cose con giudizio".

 "Campionato a rischio? No, non corriamo il rischio di bloccarlo", aveva chiarito Vincenzo Spadafora nei giorni scorsi. Ma l'andamento dei contagi non dà certezze a nessuno in questo momento.

 

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