Cronache

Covid, Berardi: non abbassare la guardia sui pazienti oncologici

 

Roma, 4 dic. (askanews) - In tempi di emergenza coronavirus è importante non abbassare la guardia sul paziente oncologico. E' l'appello che lancia la professoressa Rossana Berardi, ordinario di Oncologia all'Università Politecnica delle Marche e direttore clinica Oncologica Ospedali Riuniti di Ancona."Non abbassare la guardia sul paziente oncologico perché molte delle attenzioni sono state concentrate sul Covid inevitabilmente perché è una pandemia ed è qualcosa alla quale non eravamo assolutamente abituati, però adesso che sono passati alcuni mesi possiamo, a ragion veduta, continuare a non abbassare la guardia sul paziente oncologico che è fragile due volte: in primis perché ha una malattia potenzialmente fatale, in seconda battuta perché se contrae il Covid per lui le chanche di terapia e di sopravvivenza sono decisamente diverse".Per la professoressa Berardi, che è anche coordinatore dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica Marche, è necessario mettere in pratica le indicazioni che arrivano dall'Organizzazione Mondiale della Sanità."Cercare il più possibile di testare, di tracciare e di trattare le persone: le famose tre "T" dell'Oms diventano quanto mai necessarie oggi. Aggiungerei anche un'altra "T", la tempestività con cui dobbiamo fare tutto questo e rendere anche omogeneo questo comportamento a livello non solo regionale ma ovviamente nazionale".Altro aspetto fondamentale, nella cura del paziente oncologico, è il contributo che può arrivare dalla sanità del territorio. "Un aspetto importante riguarda il territorio, lo stiamo dicendo in tanti come oncologi perché ci siamo resi conto che là dove il territorio è venuto a mancare chiaramente i problemi sono stati più grandi e quindi va decisamente potenziato ma soprattutto integrato e va creata interazione con le strutture ospedaliere". In questo quadro generale si inserisce il Progetto "Oncorete Sharing and Innovation System" di Motore Sanità, che ha l'obiettivo di realizzare una rete oncologica in ogni regione Italiana. "Il progetto verte sulla possibilità di fare network ovvero di fare rete tra le diverse regioni. Nell'ambito di ogni regione esistono reti oncologiche, in alcuni casi più strutturate, più attive, in altre regioni esiste un network tra professionisti che diventerà poi istituzionalizzazione e rete oncologica fattiva. Nel progetto c è la possibilità di confronto e di condivisione di best practice così come di condivisione di quelle che possono essere le criticità e le modalità di risoluzione. Questo periodo pandemico ci ha decisamente dimostrato quanto sia importante fare rete e cercare di condividere, specialmente in un periodo storico come questo, in cui gli episteme, il sapere certo e incontrovertibile non c'è. Quindi vale molto l'esperienza, l'evidenza ma soprattutto vale il percorso, la possibilità di avere delle indicazioni comuni a beneficio dei nostri pazienti".