Culture

Un'idea di arte come totalità ed elevazione: Yuval Avital

 

Milano, 14 apr. (askanews) - Un percorso a più livelli attraverso un'idea di arte che abbraccia molte pratiche diverse e ambisce, con coraggio, a un'idea di elevazione e di totalità. La galleria Building di via Monte di Pietà a Milano ospita la personale di Yuval Avital, nato a Gerusalemme nel 1977 ma trapiantato proprio nel capoluogo lombardo, compositore e artista che ha esplorato diversi concetti filosofici per arrivare a una consapevolezza del "momento presente"."Per me l'arte, in tutte le sue manifestazioni - ha detto Avital ad askanews - è cercare di totalizzarmi nel presente e coinvolgere anche gli altri in questa creazione".Una creazione che si muove, tra video, dipinti, installazioni e icone sonore, come un percorso di forte intensità metaforica, oltre che immersiva. Che la mostra "ETERE", curata da Annette Hofmann, struttura intorno allo spazio di Building e ai suoi visitatori."Dentro la mostra - ha aggiunto l'artista - c'è un viaggio, scandito in quattro piani e ognuno di essi è un quadro allegorico che porta dal cuore della terra, dall'uomo, verso un aldilà, un trascendentale, una Cosa. E la sezione tra l'uomo e questa Cosa, io la definisco etere".Perché i lavori di Avital ragionano anche sulla consapevolezza dell'incompletezza dell'uomo."Dentro questa mostra, che è composta di oltre 120 opere con tanti linguaggi diversi - ha concluso Yuval - ogni opera è un segno di questa mancanza di questa ricerca di una interiorità che in qualche modo è aperta, non è chiusa".Ricerca che trova una sorta di culmine all'ultimo piano della galleria, quando immagini, luci e suoni si fondono in una simbiosi complessa, ma al tempo stesso pienamente riconoscibile. Un mare misterioso e nostro nel quale la dolcezza del naufragio ci appare come una manifestazione del completamento del percorso.E su tutto si percepisce l'idea di Yuval Avital di un'arte che sia anche un rito, profondamente inclusivo, in grado di attivare un coinvolgimento totale, wagneriano dice l'artista, che possa dare vita a un cortocircuito grazie al quale riuscire a connetterci a dimensioni altre. A partire, permetteteci di dire, da quella dell'arte contemporanea.