Coronavirus
Dpcm, Conte: "Non diamo schiaffi. Fermiamo treno in corsa o saremo travolti"

Speranza avverte: “O si cambiano abitudini o non ci può essere convivenza col virus”
Oggi, con le misure del nuovo Dpcm entrate in vigore, "non è una giornata felice, in particolare per molte aree del Paese ci sono cittadini costretti a un regime più restrittivo e penalizzante", con "misure che limitano la circolazione, rischiano di deprimere tanti ristoratori, tanti operatori economici, pensiamo anche all'indotto". Ma il governo ha adottato dei "riduttori di velocità, abbiamo un treno che sta correndo e abbiamo già cercato di fermare", ma ora "se non fermiamo rischia di travolgerci. Noi non stiamo dando schiaffi a nessuno" e "non c'è la deliberata volontà di penalizzare zone a scapito di altre". Così il premier Giuseppe Conte, al food festival del Corriere della Sera. "Se riusciamo a intervenire riusciremo ad affrontare le settimane che verranno con un margine di serenità - dice il presidente del Consiglio - Non ho mai detto che faremo veglie e cenoni, ma se riusciamo a contenere la curva dei contagi possiamo far ripartire i consumi sotto Natale e sarebbe utile per tutti".
Zone rosse, Speranza: "Fallimento senza limitazioni movimenti"
"Tutti dobbiamo trarre una lezione tanto evidente quanto amara: senza consistenti limitazioni dei movimenti, senza un cambio sostanziale delle abitudini di vita e senza il rispetto rigoroso delle regole di sicurezza, la lotta al virus e' destinata ad un clamoroso fallimento", è quanto afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell'informativa urgente in Aula alla Camera, a seguito dei dubbi avanzati dalle opposizioni sui dati che hanno determinato le chiusure in alcune regioni italiane.
Zone rosse, Speranza: “Stop polemiche. Indici chiusura condivisi con regioni"
"Anche i dati di ieri ci hanno detto che abbiamo fatto bene a imprimere un'accelerazione. Il virus non aspetta le nostre discussioni, dilaga – ha sottolineato il ministro - Non possiamo stare fermi, avere incertezze - ha spiegato - dobbiamo muoverci con determinazione per evitare danni più seri e nessuno può sottrarsi a questa incontrovertibile necessità. Il governo si è assunto fino in fondo la sua responsabilità, non è un merito da sbandierare ma un atto dovuto" ha sottolineato.
"L'ordinanza e' figlia di un lavoro lungo" e i "paramatri sono stati condivisi con le Regioni in 2 sedute ad aprile", ha assicurato Speranza esortando ancora una volta ad abbassare i toni. "Da 24 settimane svolgiamo un lavoro proficuo e comune con le Regioni - ha sottolineato - nessuna Regione ha eccepito ne' ha mostrato dissenso sui parametri". Ci sono limiti che "la battaglia politica non puo' superare". "Lasciamo fuori dalla battaglia contro il virus le questioni politiche. L'Italia e' un grande Paese che non merita questo", ha chiesto Speranza.