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Cronache
Camorra, arrestata Maria Licciardi: 'a piccerella bloccata a Ciampino dai Ros

Maria Licciardi boss, 'a piccarella bloccata a Ciampino

I carabinieri del Ros hanno arrestato all'aeroporto di Roma-Ciampino Maria Licciardi, a capo del clan omonimo di Secondigliano ed elemento di vertice del cartello dell'Alleanza di Secondigliano. Sorella del boss Gennaro, detta 'a piccerella per la sua statura bassa e il fisico minuto, era sfuggita a un maxi blitz nel 2019. I carabinieri del ros hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla procura di Napoli.

Il clan Licciardi ha roccaforte nel nel quartiere di Secondigliano, in localita' Masseria Cardone, ma anche rami in Campania, in altre regioni di Italia e alleanze all'estero. Maria Licciardi e' destinataria di un fermo di pm e deve rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, ricettazione di somme di denaro di provenienza illecita e turbativa del regolare svolgimento di un'asta giudiziaria, reati aggravati dalle modalita' mafiose. Dopo la morte del fratello boss Gennaro, deceduto in cella a Voghera nel 1994, insieme agli altri fratelli Vincenzo e Pietro aveva preso le redini del clan e del cartello con i Contini definito Alleanza di Secondigliano, acquistando sempre piu' peso. Arrestata nel 2001, era stata scarcerata a dicembre 2009 e da allora ha preso in mano la direzione della cosca che puo' contare su capozonanelle area di influenza dell'organizzazione (Masseria Cardone, rione Don Guanella, Rione Berlingieri e Vasto). I Licciardi, rispetto ad altri clan napoletani, possono vantare anche grazie a lei rapporti non conflittuali con molti altri clan, dai Mallardo, ai Di Lauro, al gruppo della Vinella Grassi, ai potenti Polverino, riuscendo a non essere coinvolti nelle recenti 'guerre' dell'area Nord di Napoli e a continuare indisturbati i loro traffici.

Maria Licciardi, inoltre, ha una capacità di gestione della cassa comune della 'famiglia' e puntualmente provvedeva al sostegno delle famiglie degli affiliati detenuti, cio' anche per evitare pericolose defezioni di pentiti. Suo l'intervento in occasione di un'asta giudiziaria riguardante la vendita all'incanto di alcuni immobili a Secondigliano, e le minacce rivolte a una donna ritenuta responsabile di aver sottratto un'ingente somma di danaro alla famiglia mafiosa. Le indagini sono state rese complicate anche dall'abitudine del capoclan di fare bonifiche degli ambienti e dei mezzi in uso all'organizzazione per scongiurare la presenza di dispositivi di intercettazione. Il controllo del territorio, ottenuto grazie al massiccio impiego di sentinelle, era capiellare e consentiva a Maria Licciardi di allontanarsi dall'area in caso di anomale presenze delle forze di polizia. Cosi' a giugno 2019 era sfuggita al maxi blitz con 129 arresti, e poi i suoi avvocati avevano ottenuto dal Riesame l'annullamento di quella misura cautelare. L'Alleanza di Secondigliano nata con il boss Gennaro detto 'a signa, e' formata dai Licciardi, dai Contini e dai Bosti dei quartieri Vasto-Arenaccia, nonche' ai Mallardo di Giugliano ed esercita le proprie attivita' secondo precise strategie criminali e di ripartizione dei proventi delle attivita' illecite comuni.

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