Cronache
Violenza sessuale, anche su minorenni: chiesti 10 anni per Giuseppe Flamini

Adescava le ragazze nel suo studio sull'Aurelia con la scusa di un provino, poi, inscenando una scena di stupro, abusava delle aspiranti attrici
Il pm chiede 10 anni di reclusione per violenze a Giuseppe Flamini
Il pm di Roma Stefano Pizza, ha chiesto 10 anni di carcere per Giuseppe Flamini, il 73enne che fingendosi regista adescava adolescenti e giovani aspiranti attrici, proponendo finti provini per poi abusare di loro. Flamini riceveva le vittime nella sua accademia, sull'Aurelia, a Roma, e adescava le aspiranti attrici promettendo successo e fama.
In particolare, Flamini convinceva le giovani a inscenare un finto provino per poi abusare di loro nel seminterrato del suo studio, con la scusa di provare una scena di una fantomatica pellicola in cui dovevano fingere di essere vittime di stupro. Tutto questo, secondo l'accusa, sarebbe accaduto tra il 2011 e il 2017.
L'accusa contesta all'imputato la violenza sessuale ai danni di cinque ragazze, tre all'epoca dei fatti erano minorenni. Solo una delle giovani, assistita dall'avvocato Marta Cigna, si è costituita parte civile nel processo, sostenuta dall'Associazione Differenza Donna. L'accusa del pm è molto dura: "Per più anni ha abusato di donne maggiorenni e minorenni, in maniera spudorata - ha sottolineato nel corso della sua requisitoria - inscenando questa farsa del film per violentare anche delle ragazze che non avevano mai avuto rapporti sessuali".
Il maestro Flamini, come si faceva chiamare nel suo settore, per i pm avrebbe fatto provare alle ragazze una scena di stupro. Il pm Piazza spiega: "Le faceva scendere in uno sgabuzzino, nel seminterrato del suo studio, dove c'era un bel lettone matrimoniale e le invitava a provare sul materasso delle scene in cui dovevano fingere di essere narcotizzate e vittime di stupro.Ma erano delle vere e proprie scene hot. Alcune avevano avuto il coraggio di fermarlo, altre hanno invece dovuto subire le violenze. Ed erano tutte ragazze extracomunitarie e con vite difficili".