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Cronache
Dimmi come parli e ti dirò che patologia hai

C’è una nuova tecnologia che promette grandi risultati nel campo della diagnostica medica.

Lo scopritore, Giovanni Saggio, è un professore dell’Università di Tor Vergata (Dipartimento Ingegneria Elettronica), che ha messo a punto uno strumento che dalla sola analisi della voce può risalire, con ragionevole errore (minore dell’1%), ad un ampio spettro di patologie grazie alla variazione di parametri caratteristici della voce.

Tra le più rilevanti l’Alzheimer, il Parkinson, la tubercolosi, ma anche otite, rinite, faringite, febbre virale.

Il professore, insieme ad altri studiosi, ha brevettato già nel 2012 la sua scoperta con il titolo: “processo di analisi dei campioni di voce di un soggetto per verificare il suo stato di salute”.

Detta così sembra una delle tante fake-news che purtroppo girano per il Web, ma dietro questa notizia c’è appunto un professore di ingegneria elettronica molto noto nel suo campo e una serie di lavori scientifici a supporto.

Il professor Saggio lavora con un team di dottorati, dottorandi e laureati del suo Dipartimento universitario e si occupa anche di altre cose, specificatamente di robotica avanzata con cui collabora con noti enti esterni. Qui si possono trovare tutte le informazioni sul gruppo di ricerca:

https://web.uniroma2.it/module/name/Content/action/showpage/content_id/49976

Di questo specifico progetto si era occupata la stampa qualche tempo fa, ma ora finita la prima fase si apre la seconda e cioè la realizzazione del prototipo e poi la commercializzazione tramite le start-up Cloudwise, guidata dall’ Ing. Luigi Tavolato e la Voicewise guidata dalla dottoressa Maria Tavasci, sta iniziando la fase di prototipizzazione che entro due anni ha l’obiettivo di fornire una macchina funzionante.

Della parte tecnica si sta occupando invece l’Ing. Paolo Pellini.

La macchina consiste in un microfono di alta qualità che registrando il suono del “paziente” lo analizza elettronicamente e fornisce in risposta una indicazione di un ventaglio di possibili patologie (se ci sono) correlate. Uno strumento quindi non invasivo e facilmente ingegnerizzabile, con l’idea in futuro dell’utilizzo via smartphone.

Ovviamente la fase di validazione scientifica dei dati presso strutture mediche ufficiali sarà il punto forte del progetto, che già ha avuto una prima realizzazione pratica funzionante da anni in India, ma con altre patologie.

Se le promesse verranno rispettate si tratterà di un metodo rivoluzionario ed espressione di quel made in Italy di cui il nostro Paese ha tanto bisogno.

 

 

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